Si è svolto il 19 maggio a Roma un Convegno dal titolo “Il futuro del Mezzogiorno è oggi. Un’agenda politica per ridurre i divari territoriali” organizzato dalla CGIL nazionale a cui hanno partecipato tra gli altri Maurizio Landini, Segretario Generale CGIL e Mara Carfagna, Ministra per il Sud.
Nel corso del suo intervento la Ministra ha dichiarato “…Nella audizione di Commissione al Senato, di qualche giorno fa, un senatore mi invitava a commentare l’affermazione di alcuni secondo la quale con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) si sia compiuto uno scippo di risorse nei confronti del Sud. Ho risposto che quella narrazione è strumentale e poco informata perché ci sono 82 miliardi di euro dedicati al Sud a fronte di altri importanti finanziamenti che arriveranno al Mezzogiorno nei prossimi 10 anni. Abbiamo deciso di indirizzare al Sud quelle risorse che sarà realisticamente nella condizione di poter spendere nei prossimi 5 anni. E’ inutile riversare l’80% delle risorse al Sud se poi rischiamo che non vengano spese e quindi perse. Quella è per noi una narrazione ideologica, faziosa e di parte” ha continuato la Ministra Carfagna, che ha tenuto a sottolineare che
“… lo scippo di risorse c’è e si consuma sulla spesa ordinaria, perché per troppi anni in mancanza della definizione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), in assenza quindi della attuazione di una disposizione costituzionale che risale a venti anni fa, la redistribuzione delle risorse nazionali per scuola, asili nido, sanità, trasporti, si è fondata su criteri di riparto che hanno privilegiato la spesa storica. Questo criterio penalizza le regioni del Mezzogiorno perché è chiaro che se dai cento ha chi ha già cento, perché magari quel territorio ha una capacità fiscale maggiore, e viceversa dai zero a un territorio che ha zero perché più povero, quest’ultimo non potrà mai finanziare quei servizi. Questa situazione non è stata affrontata negli ultimi 20 anni, un po’ per disinteresse generale, un po’ per l’atteggiamento interessato di alcuni partiti politici. Penso – ha continuato la Ministra – che sia molto importante che nel PNRR sia stata indicata la definizione dei LEP come un obiettivo ed una priorità da attuare. Mi sono battuta tanto per inserire la questione dei LEP all’interno del PNRR perché quella è la madre di tutte le battaglie. Ora che l’abbiamo inserita nel Piano dobbiamo costruire la norma, che sostanzialmente è già pronta, per arrivare gradualmente, io auspico nel giro di 5 anni, alla definizione dei LEP partendo da quelli per gli asili nido e per gli assistenti sociali”.
“… Noi (il nuovo Governo n.d.r.) ci siamo trovati a lavorare su una impostazione del progetto di PNRR già definita dal governo precedente e su questa abbiamo lavorato nelle poche settimane che avevamo a disposizione, il Sud non era oggetto di in uno specifico capitolo del Piano ma, giustamente, era considerato una priorità trasversale e rientrava in diversi capitoli del PNRR. …siamo arrivati a destinare al Sud il 64% del totale dei finanziamenti che arriveranno dall’Europa che non ci chiedeva peraltro specifici vincoli territoriali da rispettare”.
Finalmente parole chiare ed importanti per lo sviluppo del Mezzogiorno. In passato proprio in questa rubrica spiegavamo la necessità di rendere finalmente operativo quanto previsto in Costituzione relativamente ai LEP.
L’impegno della Ministra Carfagna in tal senso ci fa ben sperare.
Un’annotazione deve essere però fatta circa la logica con cui si è deciso di ripartire i fondi del PNRR. Non entriamo nel merito della percentuale di finanziamenti che arriveranno al Sud che appaiono, nel tempo, abbastanza ballerini. In questa sede la Ministra li ha valutati pari al 64% del totale, mentre alla presentazione del PNRR li aveva annunciati, con toni trionfalistici, al 40% del totale. In realtà l’Europa aveva indicato molto chiaramente i criteri per la ripartizione dei finanziamenti tra gli Stati membri (numerosità della popolazione, tasso di disoccupazione, Pil inverso degli ultimi 5 anni) gli stessi che il Parlamento italiano aveva deciso di adottare anche per la ripartizione dei fondi all’interno delle aree del nostro Paese e sulla base di quei criteri la quota per il Sud (con il 38% della popolazione, il maggior tasso di disoccupazione e il minor Pil) avrebbe dovuto attestarsi a circa il 70% del totale.
Giustificare i finanziamenti per il Sud inferiori a quanto si sarebbe potuto (o meglio dovuto, alla luce dei criteri indicati espressamente dall’Europa), con l’affermazione “tanto non sono in grado di spenderli”, significa perseguire una volta ancora quella logica della spesa storica, che la Ministra ha giustamente criticato nel suo discorso. Se in passato non si è riusciti a spendere totalmente quanto erogato dall’Europa, i dati indicano che questa situazione riguarda tutte le Regioni d’Italia e non solo quelle del Sud, che comunque hanno manifestato difficoltà importanti in questo ambito, bisognerebbe chiedersi come mai questo avviene e cosa c’è che non funziona.
Forse mancano risorse umane adeguate a proporre progetti e a seguire nel tempo quelli finanziati? Ricordiamo che il Ministro Brunetta ha recentemente dichiarato che la PA è al Sud ampiamente sottodimensionata, sfatando il falso mito del Sud stracolmo di dipendenti pubblici nullafacenti e fannulloni.
Forse sono carenti le infrastrutture di supporto?
Forse mancano adeguate strutture di controllo, a livello nazionale e locale, in grado di seguire step by step i progetti finanziati?
Sicuramente sarà un insieme di diversi fattori, ma di certo il problema non si risolve dando meno a chi già meno aveva (logica della spesa storica), bensì intensificando gli investimenti necessari a colmare le criticità finalmente individuate. Il Ministero per il Sud dovrebbe essere in prima linea su questo versante e quale occasione migliore di questa, che farà arrivare tantissimi soldi da Bruxelles, per mettere a regime le strutture che dovranno sovraintendere i progetti finanziati per le aree del Mezzogiorno rendendole efficienti e in grado di poter spendere tutto e al meglio. E’ come se il comandante di un esercito, il Ministro per il Sud, issasse la Bandiera bianca prima ancora di iniziare il combattimento. La Ministra nel suo discorso ha attribuito al disinteresse generale e ad alcune forze politiche il perpetrarsi del clamoroso ritardo nella attuazione dei LEP. Speriamo che questi due fattori non abbiano fatto in modo che si abbassasse la percentuale di finanziamenti destinati al Sud a favore di altre aree del Paese.
Il Sud non ha nessuna intenzione di sventolare la bandiera bianca, signora Ministra.