SSV del Gargano: le associazioni ambientaliste bocciano il progetto.

“ANAS presenta un progetto per la realizzazione di una strada nel Parco Nazionale del Gargano pur in presenza di un esplicito divieto mettendo a rischio paesaggi e biodiversità. (…) Per realizzare i circa 35 km complessivi dell’opera attualmente occorrono un 1.505 milioni di euro, ANAS ha disponibili attualmente solo 315 milioni di euro come risulta dall’avviso pubblico. Il rischio di iniziare un’opera che resterà incompleta ed incompiuta per molti anni con danni enormi per la vivibilità del territorio e le sue attività economiche è attuale e realistico”

È in sintesi il chiaro NO all’opera prevista da ANAS espresso in un comunicato a firma delle associazioni LIPU PUGLIA, ITALIA NOSTRA PUGLIA , WWF FOGGIA, CO.N.AL.PA FOGGIA.

Di seguito il comunicato completo

Con l’istituzione del Parco Nazionale del Gargano, D.P.R. 5 giugno 1995, fortemente voluta da un mondo trasversale di istituzioni, enti, associazioni, studiosi si sono poste le basi per la conservazione di un luogo meraviglioso unico a livello internazionale.
Oggi a distanza di circa 30 anni ANAS propone una sciagurata strada di oltre 35 km che taglia tutto il promontorio da Vico del Gargano a Mattinata attraversando alcuni dei paesaggi più straordinari d’Italia in piena Zona 1 del Parco, quella a massima protezione, in evidente contrasto con le misure di salvaguardia della legge istitutiva che all’art. 4 comma 1 lettera g) ne vieta la realizzazione
” si legge nel comunicato firmato dai presidenti delle associazioni.

“È sorprendente che un ente pubblico come ANAS presenti un’opera contro legge; evidentemente consapevole di questa contraddizione ANAS nella attuale fase di valutazione di impatto ambientale ha escluso dalla valutazione i tratti dove la strada è vietata, andando però in contrasto con altre normative nazionali ed europee che vietano l’artificiosa frammentazione di un’opera unitaria. Appare molto probabile che è proprio il contrasto con il Parco che ha indotto ANAS a presentare un progetto ridotto essendo di fatto improponibile per legge. Su richiesta delle associazioni ambientaliste è stato elaborato, dallo studio di Gianluigi Ceruti, padre della legge quadro sui parchi nazionali 394/1991, un esposto trasmesso agli enti competenti che disvela il tentativo di ANAS di eludere la normativa di Valutazione di Impatto Ambientale e chiede il rispetto delle procedure attraverso la presentazione del progetto intero.
Gli impatti della strada non sono solo su habitat, specie, paesaggio, geomorfologia, idrogeologia, qualità della vita ma interferiscono con aspetti legati alla sicurezza e all’uso di risorse pubbliche.
Sono previsti molti tratti di strada ex novo, decine di viadotti e gallerie che andranno ad alterare habitat, visuali paesaggistiche, sistemi carsici profondi e di superficie in contrasto con le norme di tutela del Parco Nazionale, il Piano Paesaggistico della Regione Puglia e molte altre norme dell’Unione Europea. Saranno intercettati preziosi habitat di interesse comunitario come i pascoli mediterranei, le pinete, le leccete, le cerrete, le grotte e gli inghiottitoi, interrompendo le connessioni ecologiche tra le aree interne e la costa, lo stesso studio di impatto afferma “Per alcune specie (es. invertebrati) anche una strada larga soltanto 6 metri costituisce una barriera invalicabile. In presenza di un flusso veicolare elevato (oltre 10.000 veicoli/giorno) l’ostacolo diventa totale, con separazione netta di popolazioni che vivono in territori adiacenti.” evidenzia i notevoli impatti sulla fauna e riporta “alla luce dell’elevato pregio delle aree attraversate dall’opera ricca di biodiversità faunistica, considerato l’alto grado di tutela cui sono assoggettati i chirotteri e che il tracciato attraversa per tutta la sua lunghezza una Important Bird Area, il rischio di investimento e di collisione lungo la tratta è da considerarsi alto e significativo”.

In termini di sicurezza il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ha chiesto ad ANAS “… di dimostrare con un’analisi quantitativa del rischio, l’esigenza di prevedere un cunicolo parallelo per le gallerie di lunghezza superiore a 500 m” …” ANAS nella sua risposta non sembra dimostrare con certezza l’assenza di rischi giustificando la mancata realizzazione del cunicolo parallelo con una serie di risposte vaghe senza analisi quantitative che dimostrino la totale assenza di rischio. Lo stesso Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella valutazione dell’opera ha stigmatizzato che “non esiste, nella fattispecie, alcuna convenienza economico-sociale per promuovere l’investimento perché l’opera de qua non risulta interamente finanziata”. inoltre: “ presenta un rapporto Benefici/Costi inferiore all’unità tale da dimostrare con chiarezza la non convenienza economico-sociale ad intraprendere l’investimento di cui trattasi”.
Per realizzare i circa 35 km complessivi dell’opera attualmente occorrono un miliardo cinquecento cinque milioni di euro, ANAS ha disponibili attualmente solo 315 milioni di euro come risulta dall’avviso pubblico. Il rischio di iniziare un’opera che resterà incompleta ed incompiuta per molti anni con danni enormi per la vivibilità del territorio e le sue attività economiche è attuale e realistico
” conclude il comunicato.