Lo sfottò di Ciccio Patino e le bugie di Zoff e Albertosi

Ciccio Patino è stato una colonna dei Satanelli degli anni Sessanta, quando i riflettori della stampa nazionale e della tv iniziarono a puntare decisamente verso Foggia, facendola uscire dall’anonimato provinciale. La partita spartiacque fu la vittoria straripante  di Udine del 27 ottobre 1962, quando i rossoneri di Oronzo Pugliese travolsero i friulani 7-2.  Ciccio c’era e fu uno dei protagonisti del match. Imprendibile sulla fascia sinistra con i suoi funambolici dribbling, fornì preziosi assist a Nocera e Oltramari, autori entrambi di una tripletta (l’altro gol fu un’autorete di Gigante). In porta all’Udinese c’era un giovane Dino Zoff e per lui fu un pomeriggio da incubo.  La mente di Patino va immediatamente alla galoppata di Udine  e la descrive come fosse ieri: “Quel giorno – racconta – andò tutto nel verso giusto. Il nostro trionfo fu accompagnato da una pioggerellina continua. Anche noi rimanemmo meravigliati dalla facilità con cui andavamo in gol.  Io, Oltramari, Gambino e Nocera eravamo in gran forma: passaggi precisi, triangolazioni semplici e veloci e tiri pronti e angolati.  Dopo il quinto  gol, un difensore udinese mi chiese, quasi implorando, di fermarci un po’, ma noi continuammo a macinare gioco e gol.  A fine gara Tagliavini e Selmosson vennero nello  spogliatoio per  farci i complimenti e il difensore  disse che gli sarebbe piaciuto giocare nel Foggia!”.  Patino ha una pagina di rilievo nella storia del Foggia perché fu l’autore della rete che diede la prima vittoria in serie A ai ragazzi terribili del Mago di Turi. Era il 27 settembre 1964 e i rossoneri vinsero 1-0 allo Zaccheria contro il Mantova con un suo gol che beffò ancora lui, Dino Zoff.  “Fu una bella rete – ricorda – sotto l’attuale curva sud, su perfetto cross  di Nocera  dalla sinistra, segnai di testa, io che sono un piccoletto.  Anticipai il portiere friulano che  uscì un po’ in ritardo e per prendere il pallone per poco non mi strangolava…”.  Zoff si arrabbiò molto con i compagni di reparto che non marcarono adeguatamente l’ala sinistra foggiana.  Ciccio esultò con le braccia al cielo e, beffardo, passò vicino al portiere  e gli sussurrò: “Dino, e sono 9… ”.  Eh, sì, proprio così. Lo sfottò di Ciccio si riferiva al  nono gol subìto dal  futuro portiere della Nazionale in tre partite contro i Satanelli. Dopo la grandinata di reti  a Udine, infatti, il Foggia sconfisse  i friulani anche nella partita di ritorno allo Zaccheria. Il portiere bianconero pensò spesso  all’angoscioso pomeriggio  del 27 ottobre 1962 e scese in campo a Foggia  vedendo gli attaccanti rossoneri come autentici spauracchi. Gli  andò molto meglio perché i rossoneri  vinsero con  un solo gol (1-0) del  solito Vittorio Nocera. Dopo aver subìto gol foggiani con  Udinese e Mantova, Zoff pagò pegno anche in seguito quando giocava con Napoli e Juventus. Di certo il  Foggia è stato una delle bestie nere del portiere campione d’Europa 1968 e del mondo 1982. Andando a curiosare sul web, infatti,  si scopre  che i gol subiti da Zoff contro il Foggia sono stati 17 (13 in campionato e 4 in Coppa Italia) in 16 partite (14 di campionato e 2 di Coppa). Nella stagione di serie A 1966/67 il portiere friulano giocò ancora nel Mantova e fu Vincenzo Traspedini a punirlo  con tre gol: 2-1 in casa e 1-0 in  Lombardia. Neanche quando passò al Napoli i  frombolieri foggiani  lo risparmiarono e anche in Coppa Italia per lui furono dolori. Nella stagione 1968/69, quella in cui i rossoneri, allora in serie B,  sfiorarono la conquista del trofeo, il Dino nazionale beccò 4 gol.  Il Foggia, infatti, eliminò il suo Napoli  vincendo 2-1 allo Zaccheria  (gol di Fumagalli e Nocera) e 2-0 a Fuorigrotta (doppietta di Nuti). Per Zoff le  cose iniziarono ad andare molto meglio  quando passò alla Juventus. In 6 partite contro il Foggia subì un solo gol:  fu nella gara vinta contro il Satanelli  2-1 nella stagione 1973/74. I rossoneri di Toneatto passarono in vantaggio con una rete di Peppino Pavone, ma furono raggiunti da un rigore di Cuccureddu e superati dal gol di Bettega a un quarto d’ora dalla fine. Nella sua lunga carriera tra i pali,  Zoff ha giocato nel complesso 22 campionati, di cui solo 2 in serie B. Delle 20 stagioni in serie A ne ha disputate 11 con la Juventus, 5 con il Napoli 3 con Mantova e 1 con l’Udinese. Da ricordare anche le sue 112 partite in Nazionale e il dualismo con Enrico Albertosi, altro grandissimo portiere. Zoff era una sicurezza per la difesa e la comandava con autorità. Aveva un notevole senso della posizione e non concedeva spazio alla platea. Albertosi  era molto reattivo, acrobatico e teatrale. Anche come carattere i due erano agli opposti:  Dino, taciturno, riflessivo e pacato,  Ricky  estroverso e spericolato. Proprio a proposito dei due portieri della Nazionale, Ciccio Patino racconta un simpatico retroscena. Erano i tempi in cui i due si contendevano il posto in azzurro e i giornalisti  li stuzzicavano di continuo, alimentandone la rivalità. “Nelle cronache tratte dai ritiri azzurri – ricorda Patino –  Zoff  dichiarò  di non aver mai subìto più di tre gol in una partita. Albertosi  addirittura  disse di non averne  mai preso più di due”.  Nascondere il numero di gol presi per i due portieri azzurri fu una debolezza degna di prime donne. Non ci fu bisogno degli almanacchi per smentire   clamorosamente i presunti primati personali. Ci pensò quel volpone di Ciccio che dopo aver letto  i resoconti giornalistici, cercò subito di sbugiardarli,  ma non riuscendo a mettersi in contatto con i due,  fece notare telefonicamente il fatto ai cronisti del giornale che pubblicò l’intervista.  Di Zoff ricordò impietosamente che ne beccò dal Foggia ben 7 in 90 minuti. Anche  Ricky Albertosi  mentì clamorosamente ai cronisti: in realtà subì  tante  volte più di due gol.  Proprio dal Foggia   incassò  una tripletta quando era in porta al Cagliari, in Coppa Italia nel 1969: i Satanelli vinsero 3-2 allo stadio Amsicora  (gol di Camozzi, Rolla e Saltutti). Ciccio conclude il racconto con la sua contagiosa risata: “Gliene avrei cantate quattro ai due portieri, bravi ma bugiardi…”.  Specie a Zoff cui dedicò la sua frase di scherno  dopo il gol-vittoria contro il Mantova: “Dino, e sono 9…”.Certo, 9. Ma Zoff non poteva immaginare che sarebbero diventati  poi 17…

oznorWO