Rinascita Scott: arrivano le prime sentenze alla ‘ndrangheta ma ne parlano in pochi.

Sabato 6 novembre si è concluso il primo filone del processo sulla ‘ndrangheta calabrese noto come “Rinascita Scott”.  70 condanne e 20 assoluzioni in primo grado sono stati inflitti dal gup di Catanzaro Claudio Paris al termine del procedimento condotto con rito abbreviato. Ricordiamo che il processo denominato Rinascita Scott è in corso da circa 2 anni, è coordinato dalla Dda di Catanzaro contro le cosche vibonesi ed i presunti legami con ambienti massonici, imprenditori, forze dell’ordine, politici e pubblici funzionari.

Alzi la mano chi ne ha sentito parlare sui canali televisivi nazionali o sulle principali testate giornalistiche! Credo in pochi. La notizia è stata riportata e commentata prevalentemente, anzi quasi esclusivamente, dai media calabresi e del Sud, come se il fenomeno ‘ndranghetista fosse un problema solo meridionale. Due le possibili spiegazioni: 1) non si è capita ancora la reale portata del fenomeno, che ha dimensione nazionale e internazionale; 2) il processo Rinascita Scott fa paura per le connessioni oggetto del procedimento tra malviventi e mondo politico, imprenditoriale e massonico, ed è meglio non parlarne troppo.  

   “La sentenza di oggi è un tassello importante in tutto il processo Rinascita Scott. Una sentenza che conferma appieno il lavoro svolto dalla Procura” ha dichiarato all’Ansa il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri al termine dell’udienza del Gup. “Ora aspetteremo la lettura dettagliata delle motivazioni della sentenza – ha aggiunto – per capire se qualche assoluzione può essere rivista e se possiamo proporre appello, fermo restando che la sentenza di oggi dimostra pienamente il corpo del capo d’imputazione imbastito dall’indagine della Dda. Le assoluzioni che riguardano principalmente posizioni marginali nel processo”. “Questa sentenza – ha concluso Gratteri – verrà depositata e si chiederà che venga acquisita come documento nel maxi processo che si sta celebrando con rito ordinario sempre in questa aula. Noi andiamo avanti con il nostro lavoro con la fermezza che serve per un processo così importante”