Assistere alla partita senza pagare il biglietto è stato sempre uno sport molto diffuso a Foggia. I sistemi, gli espedienti, i trucchi per imbucarsi ed entrare gratis allo stadio sono molteplici e diversi nel tempo.
Il più antico è quello autonomo dello “scavalco”, che richiede agilità e buone qualità atletiche. È praticato dai più giovani che, dopo aver adocchiato il cancello o il muretto più accessibile, aspettavano solo il momento più opportuno per saltare e guadagnare l’agognata meta e godersi la partita.
Oltre allo scavalco individuale esisteva quello a piramide umana che richiede la collaborazione di altre persone. Un altro sistema molto diffuso era ed è ancora oggi quello di chiedere a qualcuno in possesso del biglietto di accompagnarlo a varcare la sospirata soglia del cancello d’ingresso. La richiesta arrivava prevalentemente da giovanissimi che, più o meno sfrontatamente, usavano una collaudata frase, in dialetto foggiano, che era quasi un’implorazione: “Bell’om, m’è fa trasì?” (Bell’uomo, mi fai entrare?”), rivolta all’adulto. Sempre e solo “Bell’om, m’è fa trasì?”. Mai altra frase, neanche equivalente. Il destinatario della richiesta, pensando che anche lui da giovanissimo aveva utilizzato quel sistema, non esitava a mettergli la mano sulla spalla per accompagnarlo verso il cancello d’ingresso. Appena l’uomo gli appoggiava la mano sulla spalla, il ragazzino si piegava sulle gambe, si ingobbiva, si faceva piccolo piccolo per sembrare più basso. Gli addetti agli ingressi non erano mai fiscali e chiudevano benevolmente un occhio. Davanti agli ingressi, l’implorazione “Bell’om, m’è fa trasì?” continua a essere presente. Con l’introduzione di dispositivi elettronici ai varchi i controlli sono più rigorosi, ma il trucchetto riesce ancora perché a ogni scatto di tornello entrano comodamente due persone.
C’erano altri, più smaliziati, che non potevano, o semplicemente non volevano comprare il biglietto al botteghino. Usavano un sistema più elaborato: quello del cosiddetto “mezzo biglietto”, da non confondersi con il tagliando a prezzo ridotto.
Funzionava più o meno così: dall’interno della cancellata dello stadio venivano passati pezzi di biglietti già utilizzati, strappati e buttati a terra dagli addetti alle porte d’ingresso. Le parti di questi mezzi biglietti erano poi incollati tra loro per renderli simili a un tagliando intero. Nella confusione e nella ressa dei minuti che precedevano la partita, gli addetti agli ingressi non avevano il tempo di verificare i particolari e il gioco era fatto! Con l’introduzione dei biglietti nominativi e dei tornelli, il sistema del mezzo biglietto è diventato impraticabile.
Ci sono poi alcuni furbi o presunti tali che provano a entrare con tessere, tesserini, vecchi o scaduti. Qualcuno più spavaldamente si presenta ai cancelli d’ingresso indossando una tuta rossonera o talvolta della squadra ospite dicendo di essere un calciatore della squadra Primavera. In molti casi il trucco riesce perché gli addetti ai controlli non chiedono mai tesserini o documenti. Qualche volta i sedicenti calciatori vengono fermati a controlli successivi prima di arrivare in tribuna, non facendo di certo un figurone.