Foggia-Novara 20 Giugno 1976

Il racconto di Aldo Sebastiani

Era la domenica del 20 giugno 1976, Foggia si era svegliata in una cappa di calore ed  un senso di ansia aveva assalito la città sin dalle prime ore del mattino.

Alle 17,00 si giocava la partita dell’ultimo incontro del campionato 1975/76, quella  decisiva, la più importante: FOGGIA-NOVARA. Vincendo il Foggia sarebbe ritornato in serie A dopo 2 anni di purgatorio in cadetteria.

Avevo compiuto da circa un mese  13 anni, e dall’ultima retrocessione in B del 1971, ad opera della scudettata Lazio del ns Maestrelli, non avevo più perso una partita in casa, grazie all’abbonamento regalato da mio padre  nella nuova gradinata di  cemento, che sempre in quegli aveva sostituito la struttura in tubi innocenti e tavole.

Avevo da tempo abbandonato la mia infatuazione adolescenziale per la Fiorentina, scelta per distinguermi dagli altri nelle sfide con gli amici a calcio balilla, per abbracciare quella che nel tempo si trasformerà in una vera e propria fede calcistica: il FOGGIA!

Quello per me era il grande giorno della “PARTITA”, attesa ed immaginata tutto un campionato,  a cui non avrei rinunciato per nessuna cosa al mondo.

Con in mano il mio inseparabile bandierone, cucito da mia madre con 4 enormi scacchi rosso-neri, a cui da qualche settimana avevo aggiunto una grande A al centro con lo scotch, che conservo ancora gelosamente,   mi avviai a piedi con largo anticipo allo stadio.

Davanti ad ogni bar, ad ogni capannello di persone non si parlava che della partita  ed un’infinità di bancarelle con bandiere rosso-nere si susseguivano lungo il viale con l’approssimarsi dello stadio “Pino Zaccheria”.

La fila al tornello in mezzo alla gente festante, la salita dei gradini tutto d’un fiato, ed ecco apparire il manto erboso e tutto lo stadio,  gremito di 20.000 persone che incitano i nostri calciatori con migliaia di bandiere rosso-nere di ogni misura a sventolare.

Comincia la partita, è il 17° minuto del 1° tempo, ecco Grilli effettuare una rimessa laterale, sulla destra, il pallone è a Toschi che dribbla due avversari scattando verso la linea di fondo,  cross perfetto a mezz’altezza, Turella brucia il difensore ed in tuffo colpisce di testa, la palla coglie la base del palo, carambola sul portiere Garella e termina in rete. Gollllll! È il  boato più forte che io ricordi, gioia e commozione in tutti i presenti, un  abbraccio collettivo tra persone anche sconosciute, è il delirio, il tripudio di ventimila spettatori, lo sventolio di mille bandiere rossonere, il trepidio di petardi, l’urlo SERIE A scandito da tutti i presenti.

Il resto della partita è una sofferenza continua sino al 90°, con il Novara che attacca e con il nostro portierone Memo che salva con un miracolo il risultato.

Finalmente l’arbitro Agnolin fischia la fine della partita, è l’apoteosi, il trionfo, dopo 2 anni si torna in serie A, tra uno sventolio continuo di tutte le bandiere come mai io ricordi di avere visto.

La squadra fa il giro di campo per raccogliere l’ovazione collettiva, qualcuno tenta l’invasione festosa del campo per raccogliere cimeli dei calciatori, ma per fortuna prevale il senso civico e tutti si resta sugli spalti ad omaggiare una squadra che resterà per sempre nel mio cuore.

MEMO, COLLA SALI, PIRAZZINI, BRUSCHINI, FUMAGALLI, NICOLI, LODETTI, BORDON, DEL NERI, TOSCHI

Grazie ancora ragazzi, non vi dimenticherò mai! Aldo Sebastiani, rossonero per sempre.

di Aldo Sebastiani