Un solo tribunale per l’intera Capitanata non basta. Agnusdei: “abbiamo diritto di essere trattati alla stessa stregua degli altri territori italiani”.

La notizia dell’istituzione a Verona di una sezione distaccata della Corte d’Appello, approvata in commissione giustizia, ha sollevato numerosi commenti online da parte di chi, da anni, chiede per la Capitanata l’apertura di nuove sedi giudiziarie.

Un esempio di geografia giudiziaria differenziata: si alla Corte d’Appello a Verona, nessuna attenzione per il territorio sede della quarta mafia” ha evidenziato Pippo Cavaliere. “L’istituzione di una sezione distaccata della Corte d’Appello a Verona è un’occasione da non perdere per urlare le necessità, certamente maggiori di quelle del territorio scaligero, di un territorio vasto, martoriato ed impoverito dalla criminalità, anche organizzata e mafiosa” ha scritto Pippo Cavaliere ex consigliere comunale e candidato sindaco.

L’avvocato Giuseppe Agnusdei ha ricordato come lo scorso 22 marzo in qualità di consigliere-tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Foggia avesse sollevato l’argomento della inadeguatezza delle sedi giudiziarie in Capitanata.

“La quarta mafia è un caso nazionale, a detta di tutti gli esperti. (…) In Italia, ormai non da poco, alle tre Regioni che già erano nella morsa della criminalità organizzata, si è aggiunta la Puglia, soprattutto per ‘merito’ delle organizzazioni che operano nella Capitanata” aveva evidenziato Agnusdei nel suo discorso al Tribunale di Foggia.

“Quanto ai presidii di giustizia, nelle zone “interessate” da mafia, camorra, n’drangheta, cioè Campania, Calabria e Sicilia, vi sono trentacinque Tribunali e otto Corti di Appello, e ben si sostiene di quanto siano necessari quegli uffici giudiziari e vi sia bisogno di implementarli. Conseguentemente, se ne ravvisa l’urgente bisogno nel Nord della Puglia, la Capitanata, dove insiste, con settecentomila abitanti e settemiladuecento chilometri quadrati, un solo Tribunale. Il passaggio, nella nostra Provincia, da otto uffici giudiziari ad uno solo, ha comportato un danno incommensurabile al territorio ed al suo tessuto sociale, oltre che economico. L’accorpamento di tutti gli uffici di Tribunale alla sede di Foggia ha comportato, tra le altre conseguenze, il negativo effetto psicologico, per la collettività, di vedere allontanarsi la presenza delle Istituzioni e dello Stato. Il solo paragone con il confinante Molise è disarmante: mentre la Provincia di Foggia ha un solo Tribunale, il Molise (che ha meno della metà di popolazione e di estensione) beneficia, e legittimamente – ci mancherebbe -, di tre Tribunali (Campobasso, Isernia e Larino), di Corte di Appello, TAR, Corte dei Conti, Tribunale per i Minorenni, tutti uffici giudiziari inesistenti nella Capitanata. Le distanze (non solo logistiche) da colmare, nella Provincia di Foggia, ogni qualvolta vi è l’esigenza di ricorrere alla giustizia sono enormi, dando il segno della lontananza dello Stato e delle sue Istituzioni dal cittadino. Dalla Capitanata proviene la metà dei procedimenti della Corte di Appello di appartenenza: presso la Corte di Appello di Bari, di cui fanno parte i Tribunali di Bari, Foggia e Trani, il carico processuale proveniente dalla Capitanata, nella media degli ultimi dieci anni, è pari al 51% dei processi penali e al 49% dei processi civili, secondo i dati delle relazioni che vengono resi pubblici ad ogni inaugurazione dell’anno giudiziario.

Non si vede proprio come non debba essere che la Capitanata abbia pieno diritto di vedersi quanto meno trattata alla stessa stregua di tutti gli altri territori italiani, se non di più, in considerazione, per l’appunto, della presenza sempre più opprimente della criminalità.

L’ordinaria attenzione statale a favore della serenità della comunità dauna potrebbe ben essere costituita dalla istituzione di un altro Tribunale, una Sezione Distaccata di Tribunale, una Sezione Distaccata di Corte di Appello, l’Articolazione di Direzione Distrettuale Antimafia e Distaccamenti di Polizia Giudiziaria di derivazione distrettuale”.

Vero e propri “cahiers de doléances” che si susseguono da anni ma che non vedono ancora alcuna concreta risposta da parte delle istituzioni nazionali.

3 commenti

  1. Errare è umano. Ma non rimediare è veramente diabolico. Lo è ancora di più quando tutti sono d’accordo e nessuno fa veramente qualcosa per porvi rimedio. Dopo oltre 10 anni il fallimento della riforma della geografia giudiziaria è sotto gli occhi di tutti. Ma cosa si aspetta ad intervenire? La Capitanata rappresenta il territorio emblema di questo fallimento ed è ormai stufa di denunciarlo. Probabilmente, caro Pippo, io e Te stiamo sbagliando tutto. A questo punto, visti gli scarsi risultati conseguiti, non è che potrebbe essere meglio a rimanere in religioso silenzio? Pensiamoci!

  2. Mi permetto di dire che sono d’accordo con entrambi. Intendo: la Provincia di Foggia,la seconda per dimensioni in Italia,dopo essere stata la prima fin quando non è stata costituita la Bat,merita un interesse giudiziario a prescindere….per dirla con Totò.
    Altrimenti detto,la somm.. amministrazione della Giustizia non potrà che fare perseverare lo stato di profonda crisi esistenziale alla quale siamo costretti per l’incedere della delinquenza organizzata e la netta diminuzione delle forze per opporvisi. Il mio augurio è che il messaggio condiviso della necessità della presenza della Giustizia sul nostro territorio non sia figlia o frutto di interessi geografici che non hanno alcuna pertinenza con la risoluzione delle problematiche che siamo costretti ad affrontare. Grazie

  3. E’ impensabile che realtà complesse come quella del Gargano siano state abbandonate a se stesse, come è impensabile che una revisione della Spending Review in sede di geografia giudiziaria non tenga conto di rafforzare la presenza dei presidi giudiziari anche e soprattutto in quelle realtà così emarginate. Non vedo altro senso alle finalità del dibattito attuale sul tema.

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