Calma. Questo è il messaggio che il neo tecnico del Foggia Delio Rossi oggi pomeriggio ha lanciato nel corso della sua conferenza stampa di presentazione. Un monito chiaro che l’allenatore riminese ha rimarcato senza sosta. Nella speranza che possa far presa nel minor tempo possibile sulle esigenze del popolo rossonero, ma soprattutto su una squadra che ha un urgente bisogno di ripartire.
“Questa è stata una settimana particolare per me – esordisce il tecnico affiancato dal vice Fedele Limone e il ds Piergiuseppe Sapio – Quando il direttore sportivo ha chiamato ho dato subito la mia disponibilità. Non abbiamo fatto alcuna trattativa. Ho accettato quello che la società ha potuto offrirmi senza problemi. Per me è la chiusura di un cerchio. Sono arrivato qui da ragazzino e mi è sembrato giusto mettermi a disposizione in questo momento di bisogno. Io farò l’impossibile per il gruppo dando il massimo in ogni partita”.
Impegno, passione, ma anche una buona dose di calma e pragmatismo. “Come ho detto al presidente – continua il tecnico – io non sono Padre Pio, ma un allenatore che ha bisogno di lavorare. Non so dove arriveremo, ma questa è l’unica strada da percorrere. Ho chiesto inoltre di poter sbagliare con la mia testa anche perché sono a capo dell’area tecnica e mi assumo tutte le responsabilità. Si è parlato della mia carriera, ma so bene di essere arrivato in una realtà ben diversa da quella a cui ero abituato. Mi auguro solo che tutti abbiano un po’ di pazienza e di fiducia. In passato con il Foggia ho usato più il cuore che la testa, ma questa volta farò il contrario. Per me è difficile, ma è quello che cercherò di fare”.
Sul gruppo è chiaro: “Tra due giorni si scende già in campo. Ho voluto evitare di stravolgere le abitudini della squadra che continua ad allenarsi con i suoi tecnici. Ho avuto un contatto con loro solo stamattina, quindi la partita di domenica mi servirà come fotografia per capire dove eventualmente intervenire. Da questo punto di vista, la società mi ha dato carta bianca e mi ha fatto piacere. Del resto siamo tutti sulla stessa barca”.
Inevitabile un pensiero sullo stato psicologico dei giocatori: “A me sembra che abbiano voglia di lavorare e questo è un aspetto positivo. Però alla fine bisogna andare in campo per capire bene il tutto. C’è voglia di rivalsa, ma bisogna dimostrarlo sul terreno di gioco. In che modo? Sicuramente senza dargli in testa. Adesso hanno bisogno di sicurezze e queste posso trasmetterle soltanto attraverso il gioco e la condizione fisica che ora non può certamente essere migliorata a questo punto della stagione. Alla fine tireremo le somme, ma prima bisogna conoscere e vivere bene il gruppo”.
Insomma una sfida non facile, ma che il tecnico ha accettato nonostante le difficoltà e le vicende che hanno caratterizzato l’intera stagione. Dai cambi di allenatore ai rapporti tutt’altro che distesi tra una parte della tifoseria e la società. “Sinceramente non ho nulla da dire a nessuno – sottolinea il tecnico – Ripeto, saremo giudicati in base ai risultati e la società lo sa bene. Questa è l’unica maniera per portare i tifosi dalla propria parte. Chi me lo ha fatto fare? Me lo sono chiesto molte volte nella mia carriera, ma se avessi ascoltato sempre i presidenti non avrei allenato la maggior parte delle mie squadre. Ne ho avuti molti particolari, ma anche io non sono da meno. Alla fine l’unico vero giudice è il campo”.
Sulla Serie C ha pochi dubbi: “I campi sono tutti uguali. Secondo me una squadra organizzata può fare bene in qualsiasi categoria. L’importante però è capire che siamo una squadra di Serie C e ragionare come tale. Foggia ha una storia gloriosa, ma oggi la realtà è chiara. Dobbiamo uscire dall’inferno di questa categoria dando il massimo di noi stessi. Bisogna sporcarsi le mani, quindi non possiamo ragionare con la puzza sotto il naso, altrimenti faremo un torto alla nostra intelligenza. L’obiettivo? La società non mi ha chiesto niente. Io ragiono partita dopo partita. Ad oggi non possiamo parlare di altro perché ho messo la tuta del Foggia solo stamattina”.
Una corsa contro il tempo che di certo non permette al tecnico di lavorare nelle migliori condizioni e di conseguenza modificare fino in fondo l’identità tattica della squadra. “Non posso permettermi di stravolgere completamente quanto fatto finora. Penso che alla fine giocheremo con questo sistema di gioco (3-5-2, ndr) in cui i giocatori si sentono a loro agio. Cercherò mi metterci del mio, ma come ho già detto serve un po’ di tempo e pazienza. Molte volte ci sono riuscito e nel caso questo non dovesse accadere accetterò le critiche inevitabili che arriveranno. L’unica arma che ho è il lavoro”.
Presente, ma anche e soprattutto futuro: “La società mi ha detto di prendere visione del gruppo e di fare il meglio possibile. Alla fine parleremo tutti insieme. Ho visto molta disponibilità da parte della club che ovviamente si muoverà nel limite delle sue possibilità. Sono conscio del fatto di non poter chiedere giocatori come Ibrahimovic o Chalanoglu, ma devo dire che almeno a parole ho visto un presidente molto motivato. In questo momento è rammaricato e lo capisco. Di solito se le cose vanno bene è merito di chi è sul terreno gioco, al contrario è colpa del presidente. E’ la normalità e se vuoi stare in questo mondo devi saperlo. Purtroppo questo gli fa male. Al netto di tutto però saremo giudicati dai risultati”.
Insomma, il Foggia prova a ripartire e lo fa con un tecnico di spessore, come sottolinea il ds Sapio. “Delio Rossi non ha bisogno di presentazioni. Sono orgoglioso di aver contribuito al suo ritorno a Foggia. Stiamo parlando di un grande maestro che la società ha voluto fortemente. Il segnale è forte e bisogna guardare avanti senza perdere di vista i nostri obiettivi”.
Una scelta che ad oggi sembra voler ribaltare la linea emotiva tracciata dal presidente Nicola Canonico nel post gara con il Monterosi Tuscia. “E’ la migliore scelta che potessimo fare -chiosa il direttore – sia dal punto di vista tecnico che passionale. Penso che la società abbia sempre rispettato ogni impegno preso senza fare mancare nulla a nessuno. Il presidente è rimasto deluso dagli ultimi risultati e di conseguenza dalle contestazioni. Ha bisogno di sbollire. Come ho già detto giorni fa ha appena messo 842mila euro per pagare stipendi, contributi e quant’altro. E’ una persona che vive di passione ed inevitabilmente è rimasto deluso per quanto accaduto. Quando abbiamo deciso di prendere Delio Rossi non si è opposto, sottolineando l’importanza dell’allenatore e il valore del suo lavoro. Per noi si tratta di un rilancio”.