Foggia, da Rizzo a Frigerio: la parola d’ordine è trasformazione

Se il tifoso rossonero avesse dovuto individuare i giocatori che si erano particolarmente distinti all’alba della gestione di Fabio Gallo, la sua lista sarebbe stata riempita da una sola parola: nessuno. Comprensibile. In modo particolare per lo suo stato d’animo che ha caratterizzato il periodo più buio della stagione del Foggia. Oggi però, la storia è cambiata. Dopo venti giornate di campionato e con un 2022 ormai alle battute finali, il popolo dello Zaccheria può tracciare una prima linea su quello che ha raccontato il girone d’andata appena terminato. Dai grandi risultati come le vittorie con Crotone e Catanzaro alle cadute inaspettate. Su tutte quelle contro Audace Cerignola e Giugliano. 

Nel mezzo però, la squadra rossonera si è dimostrata capace di una vera e propria trasformazione nel collettivo, ma soprattutto nei singoli. In tal senso, il primo nome che con ogni probabilità viene in mente è quello di Alberto Rizzo. Il terzino siciliano si è dimostrato un autentico trasformista del ruolo. Dalle sgroppate sulla fascia sinistra sotto l’occhio attento di Zdenek Zeman a braccetto della linea a tre di mister Gallo. L’unico allenatore che alla fine ha potuto usufruire delle sue abilità in questa stagione, visto il serio infortunio che lo ha costretto a saltare l’intera gestione di Roberto Boscaglia. Poco male. Perché il Rizzo visto in campo finora è stato una vera e propria rivelazione. 

Una buona notizia per i tifosi, ma soprattutto per il tecnico di Bollate. Il quale nel giro di pochi giorni è riuscito a trovare la giusta soluzione ai problemi difensivi della sua squadra. Per il centrocampo invece, la sfida è stata più ardua. Dopo un avvio per ovvie ragioni complicato, la squadra rossonera ha incominciato a trovare la quadra anche nel cuore pulsante del campo. Un risultato ottenuto con il tempo, ma soprattutto con il ritorno agli antichi fasti del miglior centrocampista del Girone C 2021-2022: Davide Petermann. 

Il metronomo romano è stato l’ago della bilancia emotiva e sportiva dei satanelli per l’intero girone d’andata. Un segnale inequivocabile che non fa altro se non conferire ulteriore peso al prestigioso premio assetatogli durante l’evento degli “Italian Sport Awards 2022”. Insomma, un giocatore di livello superiore, ma che di certo non ha messo in ombra le prestazioni di un altro centrocampista: Marco Frigerio. L’ex giocatore del Milan è forse la rivelazione più bella di questa prima parte di stagione. Fin dai tempi di Boscaglia, il 21enne romano è sempre stato una pedina importante dello scacchiere rossonero, ma sotto la guida di mister Gallo è diventato una vera e propria colonna del centrocampo. 

Un dato di fatto che viene sostenuto dalle presenze finora accumulate (18) e il lavoro “silenzioso” che ha portato a termine in ogni partita. Una qualità che non è passata inosservata al tecnico di Bollate e ad alcuni club che hanno incominciato ad osservarlo con particolare interesse. Ma l’unico reparto che ancora non è riuscito nell’arte della trasformazione è soltanto uno: l’attacco. I 9 gol messi a segno dall’intera forza offensiva in venti giornate sono uno segnale inequivocabile del reale problema del Foggia di oggi. Ovvero quella anemia che troppe volte ha deciso gli esiti delle partite, ma che in un modo o nell’altro deve essere assolutamente curata anche con l’aiuto di un mercato pronto a partire.