Petermann: è una questione di cuore e… calzettoni

“La verità è che mi sentivo in debito con la squadra e con tutta la gente che era venuta allo stadio”. Così Davide Petermann ha commentato il gol vittoria segnato contro il Messina. Uno stacco di testa imperioso e arrabbiato con l’unico obiettivo di voler cancellare l’errore dal dischetto, ma soprattuto con la ferma convinzione di rispondere alle difficoltà che sta vivendo insieme ai suoi compagni. 

“Forse ci stiamo anche abituando nel ricevere queste notizie ogni settimana – afferma il centrocampista durante la conferenza stampa post gara – ma la verità è che mi dispiace per tutto quello che sta succedendo. Sarebbe bello avere qualcosa di solido, perché penso che la piazza di Foggia sia la migliore per fare calcio. Sicuramente questa situazione può influenzare la serenità del gruppo, ma noi dobbiamo pensare solo al campo. Perché vincere ti aiuta ad affrontare meglio la settimana”. Difficile non essere d’accordo, soprattutto rivedendo quel colpo di testa che ha permesso al suo Foggia di portare a casa la vittoria. 

Un gol nato da lontano con quella ricorsa che con ogni probabilità ha rievocato tutte le difficoltà vissute nelle ultime settimane. Ma la gioia del centrocampista è forse seconda solo a quella del popolo rossonero. Il quale quasi certamente non gli ha riservato parole dolci dopo il rigore sbagliato. Una conseguenza figlie delle emozioni, come lo è stata la gioia incontenibile esplosa al momento del gol. Un’immagine chiara in cui il capitano si è caricato sulle spalle tutte le trepidazioni dell’ultimo periodo battendo ripetutamente la mano sullo stemma rossonero.

Un gesto prettamente simbolico, perché il vero satanello lo ha custodito per quasi tutta la partita nei suoi calzettoni. Già, proprio così. Poco dopo l’inizio del secondo tempo si è staccato dalla sua maglietta, ma l’unica cosa che ha voluto fare è stata quella di portarlo con sé. Un gesto quasi istintivo, ma che di certo dalle parte dello Zaccheria non passerà inosservato.