Aspettando la partita dei Mitici – 270

I risultati non si pretendono, si costruiscono. Vale nella vita di tutti i giorni, nel mondo dell’imprenditoria e in quello del calcio. Non si sfugge a questa semplice regola.

Boscaglia è arrivato il 9 giugno ed ha allenato la squadra fino alla partita persa in casa col Pescara del 24 settembre. Oltre 100 giorni a disposizione per formare il gruppo, prepararlo atleticamente e fare assimilare gli schemi.

Con il risultato che conosciamo.

Quanti ne vogliamo dare a Gallo, che lo ha sostituito, e Lauriola,  che ha preso il posto di Canonico come Ds?

Davvero c’è chi si illude di risolvere la crisi strutturale della squadra con poche sedute di allenamento e qualche discorsetto motivazionale di circostanza?

Anche la sconfitta di Pagani contro la Gelbison è figlia delle scelte errate fatte dalla società a giugno, prima fra tutte quella di voler smantellare una squadra che era arrivata a pochi minuti dai quarti di finale dei playoff senza dare continuità al progetto tecnico, sia pure cambiandone la guida.

Ora ci attendono Crotone e Juve Stabia, cioè due compagini forti, costruite già da quest’estate da un team di professionisti veri, contro le quali pensare di fare risultato sarà arduo.

Gallo lavorerà in un clima teso, con ragazzi che sarebbe stato meglio tutelare con un ritiro, invece di lasciarli a una normalità che nei fatti non esiste.

Da più parti, quando qualcuno invoca l’andata via di Canonico, c’è chi obietta che al momento non vi siano alternative all’imprenditore barese.

Sarebbe bene ricordare che fino a gennaio non c’è alternativa neppure a questi calciatori

Due parole sulla conferenza stampa di ieri.

Canonico ha usato termini nuovi per lui quali “umiltà”, “sicuramente ho fatto degli errori”, “la responsabilità è tutta mia di aver sbagliato”.

Il tutto con un tono di voce molto lontano da quello solito.

Il Presidente si è presentato al tavolo da solo, senza nessuna altra figura tecnica o gestionale. Si potrebbe leggere come un ulteriore segnale di assunzione di responsabilità diretta e personale,  un “metterci  la faccia”, come ha detto più volte nel suo discorso.

In realtà, ha piuttosto restituito l’immagine di un uomo solo al comando, pervicacemente incline ad un eccessivo protagonismo nella gestione della società, causa prima di tutti i nostri problemi

Gli oltre 1.700 commenti che hanno accompagnato il suo semi-monologo sono stati univoci nell’attribuire a lui e a lui solo la responsabilità principale del disastro sportivo in corso.

Tuttavia, persino il Presidente ha dovuto ammettere che da questa situazione si viene fuori solo se avremo la capacità di tenere unite tutte le componenti, società, tifosi e stampa, attorno al comune obiettivo di mantenere la categoria.

A parole, un cambio di rotta rispetto ai comportamenti divisori e destabilizzanti sin qui tenuti.

È, infine, il caso di sottolineare un dettaglio non marginale.

Il Foggia nella sua storia ultracentenaria non è mai retrocesso sul campo fra i dilettanti, giacché anche quell’unico apparente precedente del 1951/52 fu determinato da una penalizzazione per illecito sportivo

Non vogliamo neppure prendere in considerazione l’ipotesi che qualcuno sia venuto da Bari per farci perdere questo primato.

Di questo e altro parleremo stasera alle 21:00 nella puntata 270 de “La partita dei Mitici”

Per consentire a tutti di intervenire, raccomandiamo la sintesi nelle telefonate.

Vi aspetto.

Mitico c’è!

#liberieindipendenti