C’è sempre una prima volta o quasi. Il Foggia di Zdenek Zeman si prepara ad affrontare la prima sfida di campionato senza il suo giocatore più rappresentativo: Alessio Curcio. Un’assoluta novità se non dovessimo considerare i primi 15 minuti del derby contro il Monopoli (1-0). Una vittoria dolce per la squadra, ma non di certo per Andrea Di Grazia. Provvisorio protagonista di uno scampolo di partita, fermato solo da quel disgraziato infortunio che ha continuato ad ostacolarlo anche nelle gare successive.
In quell’occasione, l’esterno catanese è stato sostituito proprio dall’ex capitano rossonero. Un cambio non previsto, ma senza dubbio fattore determinante per l’esito felice della gara. Questa volta però è diverso. Curcio non potrà in alcun modo offrire il suo contributo a causa di una squalifica rimediata al “Massimino” di Catania. Una bel grattacapo per Zeman, ma forse anche spunto di curiosità per il popolo rossonero.
Le diatribe che hanno accompagnato la stagione dell’ex capitano sono ormai note e di certo non hanno bisogno di ulteriore argomentazioni. Resta però in sospeso una domanda protagonista del breve passato: come giocherebbe il Foggia senza Curcio? Al netto dei partiti presi, l’interrogativo è sicuramente legittimato da un fattore chiaro: i numeri. Fino ad ora infatti, l’attaccante rossonero è sempre stato presente nell’undici di Zeman: 14 presenze in campionato e 3 in Coppa Italia.
Dati eloquenti che hanno sottolineato l’inequivocabile fiducia del tecnico boemo nei confronti del suo giocatore. Del resto i numeri parlano chiaro e le ultime due partite altrettanto: doppietta con la Paganese e giocata determinante per l’1-2 di Catania. Insomma curiosità per molti, ma di certo non per Zeman. Perché Curcio è l’ennesimo giocatore aggiuntosi alla lunga lista di indisponibili. Ad oggi infatti, gli attaccanti a disposizione del boemo si possono contare sulle dita di una mano: Ferrante, Tuzzo, Rizzo Pinna (adattato), Merkaj e Vigolo.
Tutti schierati in un ordine guidato dall’attuale stato di forma fisica, ma soprattutto psicologica. Dalla leggerezza ritrovata dall’italo-argentino dopo gli ultimi due gol (Paganese e Catania) alla difficoltosa ricerca di equilibrio del giovane 7 rossonero. Un giocatore ancora incagliato nei confini tattici: centrocampista o attaccante? Nel mezzo le confortanti prestazioni di Tuzzo, il complicato momento del figlio di Valona e le poche presenze di Vigolo in area di rigore. Insomma, una scala di valori emotivi tutt’altro che lineare, ma sicuramente consolidata da un fattore ben preciso: la qualità.
Un dato di fatto, sottolineato in più occasioni anche dallo stesso Zeman. Allora quale migliore circostanza se non quella di domani per tornare a dimostrare il proprio valore. Anche perché la sfida del “Nuovo Romagnoli” è sicuramente ricca di insidie, ma i numeri datati del quintetto rossonero non devono rappresentare un’ossessione cronica. Dati alla mano, il bottino raccolto in campionato è di 9 gol: Ferrante (7) e Merkaj (2). Una somma considerevole, ma figlia di una storia complicata.
Prima delle due reti contro Paganese e Catania, il bomber italo-argentino è rimasto all’asciutto per tre gare: l’ultima gioia nel derby d’Apulia del 20 ottobre. Certo non si può segnare sempre, ma il breve periodo di astinenza ha sicuramente contribuito ai due pareggi successivi. Un sintomo chiaro di quanto El Tigre sia fondamentale per le sorti del Foggia e il titolo di capocannoniere della squadra è lì a testimoniarlo. Invece per Merkaj, l’ultima rete risale al 3 ottobre: Foggia – Messina 3-1. Da quel momento in poi, le sue prestazioni sono state caratterizzate da alcune difficoltà, ma parallele a quelle di squadra. Insomma valori preoccupanti, ma di certo non catastrofici. Perché il tempo a disposizione c’è e quindi anche per i giocatori rossoneri: Ferrante insegna.
Lo stesso discorso vale per le nuove leve: Tuzzo, Rizzo Pinna e Vigolo. Giovani speranze, ma ancora a secco di gol. Il veronese ci è andato molto vicino proprio nella sfida di Catania. La sensazione è che stia addrizzando sempre più la mira e la partita di domani potrebbe essere il momento ideale per gioire. Gli altri rossoneri invece, continuano la propria ricerca nelle geometrie di Sdengo. Sprazzi di qualità sono stati avvistati, ma la strada sembra ancora insidiosa.
Insomma, il Foggia si prepara ad affrontare il Campobasso senza il suo giocatore di maggior talento: parola di Zeman. Un problema in termini numerici, ma la speranza è che la statistica venga ribaltata dall’ennesimo colpo di scena della fabbrica di Zemanlandia. Una ditta in piena costruzione, ma dal futuro promettente… forse anche questa volta.