La Corte d’assise d’appello di Palermo ha assolto al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e il senatore Marcello Dell’Utri, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado erano stati tutti condannati a pene severissime. Dichiarate prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca. Pena ridotta al boss Leoluca Bagarella. Confermata la condanna del capomafia Nino Cinà.
Per Bagarella i giudici hanno riqualificato il reato in tentata minaccia a Corpo politico dello Stato, dichiarando le accuse parzialmente prescritte. Ciò ha comportato una lieve riduzione della pena passata da 28 a 27 anni. Confermati i 12 anni a Cinà. (fonte Ansa)
Dopo tre giorni di Camera di Consiglio i giudici di Palermo, oggi è arrivata la lettura della sentenza (puoi ascoltarla qui – tratta da Radio Radicale ndr).
La Procura generale di Palermo in fase di requisitoria aveva chiesto alla corte di confermare le condanne inflitte in primo grado: 28 anni di carcere al boss Leoluca Bagarella, 12 anni agli ex ufficiali del Ros Mario Monti e Antonio Subranni, e stesso numero di anni era stato inflitto all’ex senatore Fi Marcello dell’Utri, tutti accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato; sempre 12 anni erano stati inflitti ad Antonio Cinà ex medico del box Totò Riina.
La sentenza appena pronunciata ribalta totalmente la sentenza di primo grado. Tra 90 giorni saranno disponibili le motivazioni che hanno spinto la Corte di d’assise d’appello di Palermo ad emettere il verdetto di assoluzione
Non tardano ad arrivare i primi commenti alla sentenza
Un lancio Ansa riporta quelle di Marcello dell’Utri rilasciate a Bruno Vespa durante una telefonata per la trasmissione Porta a Porta: “E’ un film, una cosa inventata totalmente. Io questo processo non l’ho neanche seguito. Mi sono sentito quando sono andato a Palermo all’udienza come un turco alla predica, non capivo di cosa stessero parlando. Questa cosa era inesistente però purtroppo avevo paura che potessero avallare queste cose inventate servendosi dei soliti pentiti che hanno bisogno di dire cose per avere vantaggi, e di molta stampa che affianca le procure e soprattutto la procura di Palermo. Questo mi preoccupava, ma speravo intimamente nell’assoluzione“.
Sempre l’Ansa ha raccolto le prime dichiarazioni di Maurizio Turco e Irene Testa, Segretario e Tesoriere del Partito Radicale.
“Non abbiamo mai dubitato dell’estraneità del Generale Mario Mori e degli ex ufficiali del Ros Antonio Subranni e Giuseppe De Donno alla vicenda per la quale per anni sono stati inchiodati e additati come traditori dello Stato. Questa sentenza ci obbliga ad una lettura radicale della narrazione di questi anni. La riforma della giustizia e in particolare la responsabilità civile sono una impellente necessità“.