Piacerebbe anche a chi scrive limitarsi ad argomentare delle vicende del campo. Ma così non è, né può essere a queste latitudini. Tornare sempre sulle stesse (nauseanti) questioni diventa un obbligo per chi è attento agli eventi. D’altronde, al di là del rettangolo verde e delle gesta dei protagonisti, tutto passa proprio dalla stanza dei bottoni. Perchè è lì che si progettano e si costruiscono i successi, ed è sempre lì che si manda tutto a ramengo se non si è capaci di gestire e progettare.
La situazione del Foggia da giorni è surreale: il club è stato ad un passo dalla cessione al gruppo imprenditoriale capeggiato da Francesco Di Silvio, cineasta affiancato da almeno altri 3 partner radunati in Spa e “garantiti” individualmente, a quanto pare, da una banca con sede legale a Milano (Progetto, a cui capo c’è il consigliere d’amministrazione della Sampdoria, Fiorentino).
È cosa nota il fatto che sia Felleca che Pelusi abbiano l’intesa su tutto con i potenziali nuovi acquirenti. Ma il problema è sorto quando le parti in causa hanno dovuto fare i conti con l’assenso dell’altro socio di riferimento del club, Maria Assunta Pintus, che con Felleca divide la Corporate che controlla l’80% del club. L’imprenditrice sarda si è messa di traverso. Dice di non essere stata coinvolta pienamente nella trattativa. C’è anche chi sussurra che l’offerta a lei fatta non la soddisfa. Le cifre sono coperte dal patto di riservatezza ma sono comunque circolate: a Pintus sembrebbe che Di Silvio e soci abbiano offerto circa 700 mila euro al netto della debitoria.
La richiesta sarebbe invece superiore di 200 mila euro circa. Fatto sta che il Foggia risulta paralizzato. E questo accade in pieno mercato, con una squadra che ai più dà la sensazione di potersela giocare fino in fondo, a maggior ragione se dovesse arrivare qualche importante ritocco (che pure, pare, sarebbe già stato individuato). Ed invece la storia è sempre la stessa: c’è lo stop di Pintus, che nei giorni scorsi avrebbe sondato la disponibilità di qualcuno (che ha già avuto a che fare con l’attuale proprietà) disponibile ad affiancarla nel tentativo di esercitare il diritto di prelazione.
E nelle ultime ore la stessa imprenditrice di Sassari ha fatto sapere di lavorare proprio nel tentativo di raggiungere l’obiettivo. Legittimo, per carità ma ad una condizione: che si faccia in fretta, in un senso o nell’altro. Perché perdere prezioso tempo e tarpare le ali alle ambizioni del club (chiunque fosse in grado di garantirle) per far rimanere tutto come prima, sarebbe un errore imperdonabile…