Ninni Corda ai saluti, i ricordi legati all’ex DS del Calcio Foggia

È il 25 luglio 2019 e a Foggia inizia una nuova era, quella di Felleca&Pintus che rilevano una società fallita e la iscrivono al campionato di D. Con loro c’è Ninni Corda, amico e collaboratore di vecchia data del neo Presidente Roberto Felleca, cui inizialmente viene affidato il ruolo di Direttore tecnico della società rossonera.

Il ricordo assolutamente personale che sento di condividere con voi lettori riguarda il rapporto alquanto singolare che io ho instaurato, a distanza, con colui che di lì a poco sarebbe diventato il Sergente di ferro della mia squadra del cuore, per l’appunto Mister Ninni Corda.

Ma partiamo dal principio. All’epoca postavo le mie “riflessioni calcistiche” solo sul forum di Foggialandia come tanti signori, e nessuna signora, con i quali condividevo la passione per il calcio e l’amore per il Foggia. Ci avevo messo un po’ ad accreditarmi, per le donne non è mai facile… ma alla fine mi ero creata il mio gruppettino fatto di amici virtuali con i quali si commentava il pre e il post gara e tutti gli eventi e i protagonisti che vi giravano intorno. All’epoca noi foggiani non ce la passavamo proprio bene: retrocessione dalla B alla C, mancata iscrizione al campionato e fallimento annunciato se non fosse stato per dei sardi “testardi” che avevano scelto una piazza difficile come Foggia per ripetere l’impresa conclusasi con successo in quel di Como.

Squadra costruita velocemente in due settimane e mister nuovo di zecca, dal glorioso passato come calciatore ma senza alcuna esperienza da allenatore: tal Amantino Mancini, che alla prima di campionato contro il Fasano decide di dimettersi in pieno contrasto con la società rossonera e in particolare con il Direttore Ninni Corda.

Qualcuno forse ricorderà l’episodio. Come dimenticarlo…Il Foggia torna sconfitto per 1-0 da Fasano e il Sergente di ferro decide l’ammutinamento per il giorno dopo. Levataccia alle 5 del mattino per la squadra che si sarebbe allenata duramente per “espiare le pene”. Decisione presa dalla dirigenza rossonera “per non accampare scuse o alibi, dovuti a ritardi di preparazione o difficoltà nella costruzione della squadra”. Una scelta che, dopo le dimissioni di Mancini, determina l’entrata in scena di Ninni Corda in qualità di allenatore del calcio Foggia. Siamo solo a settembre e da quel momento io non gli ho risparmiato più nulla, post al veleno, uno dietro l’altro e tutti dello stesso tenore:

Caro Corda,

quando si vuol punire un calciatore che non si è allenato bene durante la settimana gli si deve decurtare parte dello stipendio. Non farlo giocare è una scelta stupida se non si hanno valide alternative e si rischia pure di danneggiare un’intera squadra.

E poi vedo che non ha perso il vizio: le punizioni non vanno sbandierate in pubblico per dimostrare quanto si è cattivi e giusti. I panni sporchi si lavano in casa. Ma come la sopportano i suoi calciatori?

Per finire con l’ultimo commento cattivissimo, a febbraio 2020, alla vigilia della gara interna contro il Cerignola:

Io amo il Foggia e la squadra non mi dispiace affatto.

È quello lì che non reggo (ndr Corda). Quel che non sopporto non è nemmeno la sua poca competenza perché siamo in D ma la sua arroganza, strafottenza, maleducazione e abuso di potere che esercita verso ragazzetti indifesi.

E queste “qualità” io le detesto in qualsivoglia persona.

Corda va giustamente contestato. È la terza volta che viene squalificato per più di una giornata. Non ha ancora capito che così facendo dà ad altri, tipo il vice che si ritrova, il diritto di assumere lo stesso comportamento?

Non sarà mica “duro di comprendonio” questo qui?

Ci sono andata giù davvero pesante. Lo riconosco e ora che mi rileggo, a distanza di tempo, me ne rendo conto ancora di più. Intanto, la gara contro il Cerignola finisce nel migliore dei modi: vittoria per 2-1 e prestazione più che convincente da parte della squadra.

Ad un certo punto sento squillare il mio cellulare. Su Messanger arrivano tre scimmiette che si coprono gli occhi. Do uno sguardo veloce e vedo che a scrivermi è proprio lui: Ninni Corda.

Corda: Ahhhhhhhha

M.A. Scelsi: Mi dica, Mister.

Sono onorata e pronta.

Ma è davvero lei?

Non ci credo!

Non lo faccia.

E glielo do come consiglio. Non si chiamano i tifosi, soprattutto quelli antipatici come me.

Pensi a fare il suo lavoro e si tranquillizzi. Vedrà che andrà meglio.

E quando vuole mi inviti a vedere una partita allo stadio (mi pagherò da sola il biglietto) e ci parleremo di persona. Magari è meno peggio di quel che mostra in campo.

La saluto, Mister Corda. Sempre che sia lei a scrivermi.

La chiudo qua perché onestamente non credo sia lei ma qualche idiota che ha replicato il suo profilo.

Corda: No no, sono io. Questo sì che mi piace come messaggio. Quando vuole la invito con piacere.

M.A. Scelsi: Mister, ci sono andata giù pesante tante volte e mi scuso ma ho sempre cercato di correggere il tiro.

A me fa rabbia che una persona così amante del suo lavoro, così determinata non riesca a controllare il suo carattere.

Corda: Ha ragione su questo. Purtroppo il troppo amore per il proprio lavoro ti porta a fare degli errori.

M.A. Scelsi: Se ne è consapevole migliori. Ci provi. Le manca solo questo.

Corda: Si assolutamente ci devo riuscire.

Ha ragione.

M.A. Scelsi: Oggi la squadra ha fatto una partita meravigliosa: schemi, bel gioco, goal, possesso palla. Abbiamo affrontato un Cerignola che veniva da 11 risultati utili consecutivi. Chi ha allenato i ragazzi in settimana? Chi? Lei.

Di chi sono i meriti? Suoi, non certo miei.

Ora per farmi capire che è davvero Mister Corda mi deve dare un segnale.

Dia un giorno di riposo, un premio alla squadra e faccia diramare un comunicato ufficiale. Servirà a distendere gli animi e sarà un bel gesto verso quei ragazzi che l’ammirano pur temendola.

E non dovrebbero temerla. Sono tutti ragazzini.

A presto, Mister.

E in bocca al lupo per la partita contro il Taranto.

Con questa determinazione si può andare lontano.

E se pure non ce la dovessimo fare quest’anno a salire poco importa.

Lei dia il meglio, chieda scusa per tutte quelle giornate di squalifica (troppe) e i foggiani sapranno apprezzarla.

Ultima cosa. Non scriva ad altri tifosi, come ha fatto con me, malgrado la innervosiscano. 

Io so stare zitta ma non è detto che altri ne siano altrettanto capaci. E questo le si ritorcerebbe contro.

L’ho scritto tante volte: deve imparare ad essere più furbo!

E accetti i consigli perché io voglio il bene del Foggia molto di più di quanto non gliene voglia lei.

E con questo chiudo.

Attendo sempre un segnale, Mister…

E alla fine, con grande stupore e meraviglia, quel segnale è arrivato. Un post accorato su FB in cui Corda scrive testualmente:

“Prendo spunto dal comunicato della società e mi accodo al suo pensiero. Personalmente chiedo scusa per le eccessive squalifiche personali, purtroppo la troppa passione e l’amore per questa maglia e per questo lavoro mi hanno fatto uscire dal seminato. Ringrazio la società e la squadra che in un momento veramente difficile hanno dimostrato di essere un‘unica cosa sfoderando una prestazione eccellente nel derby contro la corazzata Cerignola e i tifosi che con la loro straripante forza e passione ci hanno sospinto verso la vittoria. RICOMPATTIAMO L’AMBIENTE, UNIAMOCI TUTTI ED EMOZIONIAMOCI ANCORA. SEMPRE FORZA FOGGIA”.

Con un po’ di presunzione ho sempre pensato di aver contribuito in qualche modo a quel gesto di scuse. Quel che è accaduto dopo è storia: il Covid, il campionato interrotto, il Bitonto escluso e la Serie C conquistata meritatamente, con Corda che riprende il suo ruolo originario di Direttore tecnico. Abnegazione, lavoro e un anno vissuto quasi nell’ombra lasciando che fossero altri a prendersi la scena.

E così oggi, nel giorno in cui Ninni Corda ufficializza il suo addio al Foggia, desidero condividere con voi i miei pensieri sul Sergente di ferro, perché si riconoscano finalmente i suoi meriti, non solo dal punto di vista tecnico ma anche umano. Un uomo che ha imparato a riconoscere i propri limiti e a correggerli, pur facendo qualche scivolone ogni tanto e non rinunciando al tono polemico nemmeno quando arriva ai saluti finali. Ma questo è Corda…

E chiudo qui ringraziando Ninni Corda per avermi concesso di rendere pubblici i nostri scambi e facendo sì che il ricordo che nel tempo avrò di lui risulti anche piacevole e indimenticabile.