Secondo Zeman la partita contro la Vibonese è pericolosa, da temere più delle altre: “Noi abbiamo problemi con le squadre che si chiudono e hanno un atteggiamento essenzialmente difensivo. I calabresi cercano di non far giocare l’avversario. Li ho visti contro il Bari e pur perdendo 1-0 hanno tenuto bene per lungo tempo. Speriamo di fare gol all’inizio così dovranno aprirsi per forza. Questa difficoltà è comune anche alle grandi squadre di serie A. Soffrono molto e poi magari vincono 1-0. Abbiamo provato anche soluzioni diverse con tiri da fuori. In allenamento riesce in partita vedremo. Dobbiamo trovare spazi e soluzioni e non affidarci a prodezze individuali. Preferisco che la squadra prepari qualcosa di più importante”.
A Vibo mancherà Ferrante che in settimana ha avuto un risentimento muscolare. Sono pronte diverse soluzioni che il boemo non ha voluto svelare. Nessun problema invece a centrocampo dove l’allenatore rossonero può disporre di più uomini. “Voglio che tutti siano utili alla squadra. In qualche partita i cambi ci hanno dato qualcosa in più. Spero di indovinarli ancora”.
Dopo la riapertura della fabbrica del gol di Zeman la squadra sta bene fisicamente e di testa. “I ragazzi sono cresciuti anche in autostima. In tutte le interviste dichiarano di crederci e in allenamento si impegnano molto. Alcuni anche troppo, vedi Ferrante. Per domani il problema non è solo l’avversario ma anche il campo e il tempo perché sono previsti vento e pioggia”. In ottica playoff il tecnico rossonero ha detto di essere tranquillo per le partite restanti. “Sono tutte difficili. Oltre alla Vibonese, il Foggia deve incontrare dirette concorrenti (Catanzaro, Virtus Francavilla e Avellino), ma la squadra vuole fare bene”. In chiusura il boemo tira fuori un ricordo di 30 anni fa: “Queste sono partite da giocare anche con la testa, bisogna ragionare e non fare come per esempio in Foggia-Milan”. Per chi non lo ricorda, nel 1992 la sua squadra perse allo Zaccheria 8-2 dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio 2-1 con uno spettacolare e spumeggiante gioco. Il perché di quel secondo tempo scellerato rimane ancora oggi il mistero. I più maliziosi sostengono che durante l’intervallo Pasquale Casillo scese negli spogliatoi per complimentarsi con i giocatori che per tutta risposta chiesero un sostanzioso premio partita che il patron rifiutò determinando un “rilassamento” della squadra. Un’altra versione, forse più verosimile, riconduce a uno sfottò di Franco Mancini che ridicolizzò Van Basten con un “sombrero”. La rabbia dei Diavoli milanisti esplose sul campo. Reagirono con una devastante forza mettendo a segno 7 gol in 45’. I tifosi rimasero allibiti per quella disfatta, ma più di tutti rimase male proprio Zeman. Non rientrò negli spogliatoi con i suoi ragazzi. Rimase a lungo seduto, da solo, sulla sua panchina e quell’immagine sembrò fotografare il distacco del gruppo di giocatori che di là a qualche giorno avrebbero abbandonato la maglia rossonera.