“Qui c’è un’emergenza nazionale perché è una criminalità organizzata molto simile alla ‘Ndrangheta che è molto pericolosa perché da una parte ha la violenza della mafia rurale e dall’altra ha l’intelligenza della mafia degli affari“. A dichiararlo Roberto Rossi, procuratore capo di Bari, intervistato per lo speciale Studio Aperto Mag in onda su Italia Uno, parlando della mafia foggiana, territorio di competenza della Dda di Bari.
“È vero che si è sottovalutata ma qualcosa è incominciato a cambiare”, ha rilevato il procuratore riferendosi alla strage di San Marco in Lamis avvenuta nell’estate del 2017, “da quel momento è cominciato a cambiare tutto e molto di questo lo dobbiamo alle vedove delle vittime della strage che stanno facendo tanto per cambiare le coscienze”.
Il riferimento è alle vedove di Aurelio e Luigi Luciani, i due fratelli vittime innocenti della faida garganica a cui è stata recentemente intitolata la associazione antiracket.
In quell’occasione, dinanzi ai vertici nazionali e locali della magistratura e delle forze dell’ordine, nel giorno della visita a Foggia della Ministra dell’Interno Lamorgese e del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, l’accorato e commovente intervento di Arcangela Petrucci, moglie di uno dei due agricoltori e l’appello della donna alla comunità tutta a denunciare.
Nello speciale, in onda sulle reti Mediaset, un viaggio tra le irrisolte problematiche legate alla criminalità che insiste nella provincia foggiana, sovente al centro delle cronache nazionali per la presenza di ben quattro mafie, tra cui quella garganica, tra le più spietate e sanguinarie del Paese.