Ancora lui. Il Covid-19 è tornato prepotentemente nella vita di tutti i giorni e di conseguenza anche nel campionato di Serie C. Il rinvio della 21a giornata e la conseguente preoccupazione generale sono andati di pari passo con i numeri vertiginosi dei contagi nazionali. Un andamento unidirezionale che ha impensierito anche il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, intervenuto oggi ai microfoni dell’ANSA.
“Attualmente ci sono 250 calciatori positivi al covid su 1700 nei club di Lega Pro: i modelli matematici ci dicono che i contagi aumenteranno nella popolazione nei prossimi giorni, dobbiamo prenderne atto. La salute è un bene primario, noi come calcio dobbiamo ragionare da sistema: domani parlerò con il consiglio direttivo e deciderò in base ai dati aggiornati, ma la tendenza mi pare chiara”.
Inequivocabili. Le parole di Ghirelli hanno lasciato poco spazio alla speranza di una ripresa immediata del campionato. Del resto i numeri sono incontrovertibili e la realtà che hanno tratteggiato è chiara: i contagi sono troppi. Una situazione quasi surreale, ma forse tutt’altro che imprevista. Eppure il presente del calcio italiano e non solo si è trovato di nuovo sul ciglio di un baratro. Cosa accadrà non è dato ancora saperlo, ma la realtà di questi giorni ha evidenziato un fattore inequivocabile. La pandemia non ha risparmiato quasi nessuna delle società di Serie C.
Così all’apertura del nuovo anno, il tema Covid-19 è tornato perentoriamente l’argomento principale della quotidianità del calcio nostrano. Dalla serie A alla Terza categoria: nessuno è stato risparmiato. Stesso discorso per il girone C. Foggia & co si sono trovati nel turbinio di quella che il nostro tempo ha chiamato “quarta ondata”. Una forza d’urto che ha colpito con differente violenza quasi tutte le squadre del raggruppamento meridionale.
Dalle realtà falcidiate come la Virtus Francavilla e l’Avellino (11 casi tra giocatori e staff) a quelle poche ancora a quota zero. Una di queste è certamente la Juve Stabia. Una formazione che ha comunque già pagato un prezzo salato ad inizio stagione in Coppa Italia. Stadio “Romeo Menti”, l’avversario di turno: l’ACR Messina. Risultato? Un roboante 2-3 indirizzato da una grande prova degli ospiti, ma anche dalle assenze dei contagiati tra le fila campane. Una storia di ieri, ma con un protagonista presente anche in quella di oggi: il covid.
L’unica variabile che potrebbe davvero stravolgere il corso naturale del campionato attuale. Sia chiaro, la situazione non è ovviamente quella della stagione 2019-20, ma le ultime due settimane hanno raccontato una realtà che non può essere sottovalutata. Il presente dei club è caratterizzato dal ritorno nauseante di una sensazione quasi dimenticata: l’incertezza.
Una precarietà dettata dall’impossibilità di prevedere ciò che possa comportare questa quarta ondata e di conseguenza non poter assicurare la solidità delle rispettive rose. Una realtà che fino ad oggi ha mostrato organici deturpati nel giro di poche ore e con essi potenzialmente anche la stabilità dei propri obiettivi stagionali. Sia chiaro, la salute prima di tutto. Una logica cosciente dalla quale non ci si può discostare. Ma l’unica risposta all’ennesimo interrogativo di questo periodo storico non può che essere sempre la stessa: resilienza. L’unica arma a disposizione per affrontare le difficoltà del quotidiano e di un campionato che rischia di cambiare… di nuovo.