Non c’è da meravigliarsi, Zdenek Zeman ha già le idee chiare. Del resto non poteva essere diversamente, soprattutto se dovessimo pensare alla figura del tecnico boemo. Fantasioso nell’ideazione dei suoi principi, ma pragmatico nella sua applicazione. Un’altalena caratteriale e sportiva che si può amare o rinnegare: nessuna via di mezzo. Ma poco importa, Zeman è questo: prendere o lasciare. Le dichiarazioni concesse a Mitico Channel, nel post gara tra Pavia e Foggia (amichevole finita 0-2) hanno incominciato a delineare quello che potrebbe essere il prossimo futuro della squadra rossonera. I temi trattati sono stati diversi, lasciando parecchio spazio a pensieri sui cui rimuginare. Dalla prestazione ancora sussultoria ai primi appunti su giocatori di sicura prospettiva come Davide Merola.
Poche parole, ma rivelatrici. L’amichevole di questa sera ha mostrato ancora una squadra appesantita dal duro lavoro. Nulla di strano, soprattutto con un tecnico come “Sdengo” seduto in panchina. Il primo tempo ha raccontato un Foggia povero in zona gol e ancora lontano da quella costante propensione offensiva tanto ricercata. Effetti di un lavoro in pieno svolgimento, ma l’imprecisione è stata forse l’unica costante della prima frazione. Le poche azioni rossonere sono partite dai piedi di Olger Merkaj e Alessio Curcio: conclusioni da fuori area e ben lontane dal portiere avversario. L’ultimo sussulto è arrivato allo scadere su un’incornata di Alexis Ferrante, servito da Curcio (calcio d’angolo), ma la palla ha sorvolato la traversa.
Il secondo tempo, come per le precedenti amichevoli, è riuscito a cambiare volto alla squadra. Ma prima del vantaggio, il Pavia ha provato a spaventare i satanelli con Cristian Donadio. Il classe 2001 è riuscito a colpire una traversa improvvisa che ha svegliato inevitabilmente i rossoneri. Detto fatto. Dopo un bel tiro da fuori di Davide Petermann (10’) ecco il sorpasso con Merola (12’). Il gol è nato da un bel dialogo con Curcio, il quale è riuscito a servirlo e metterlo in condizioni di concludere sotto l’incrocio destro del portiere. 0-1.
Da questo momento il Foggia ha incominciato ad avere la meglio anche sulla tenuta fisica degli avversari. I cambi effettuati dall’allenatore hanno sicuramente portato freschezza, ma certamente non possono cancellare il grande lavoro svolto nei giorni di ritiro. Qualità ed intensità: questa è l’impronta di Zeman. Dettagli non da poco che la squadra sta cercando di incanalare verso un solo obbiettivo: la continuità. Un percorso insidioso certo, ma non impossibile da affrontare.
Il raddoppio di Merola allo scadere è solo la giusta conclusione di un secondo tempo rinvigorito da forza e spigliatezza. Ancora una volta Petermann si è dimostrato vero protagonista di questo Foggia. Il gol è partito da lui con un passaggio sui piedi di Pietro Martino. L’ex Clodiense è riuscito a pennellare un pallone in area per la testa di Toni Markic. La cui deviazione ha permesso alla sfera di rimanere in area, incustodita. Inutile dire chi sia arrivato per primo sulla palla: Davide Merola.
Un giocatore di assoluto talento e possibile cardine della stagione rossonera. Ma sul tema Zeman si è espresso così: “ Per essere titolare bisogna aspettare altri dieci giorni. Forse ora è quello che sta meglio anche perché riposa di più giocando il secondo tempo”. Ma il tecnico boemo ha allargato le sue considerazioni anche alla gara: “ Stranamente nonostante la fatica, nel secondo tempo facciamo meglio. Forse sarà per i cambi o forse perché l’avversario è più stanco di noi…” Criptico ed impassibile: Zeman è questo. Ma allo stesso tempo anche schietto e diretto. “ Io lavoro con questo gruppo, mancava solo Pompa. Per adesso siamo questi”. Un messaggio ben delineato che ha lasciato pochi dubbi ed una certezza: Zeman ha già le idee chiare.