Una gravissima perdita dal punto di vista ambientale, migliaia di euro di danni, tre volontari costretti a ricorrere alle cure del 118: il bilancio dell’incendio che ieri ha interessato i territori di Vico del Gargano e Ischitella è pesantissimo, ma poteva essere ancora più tragico. Le fiamme, infatti, hanno soltanto lambito una cisterna del gas a servizio di un’impresa della zona, mentre hanno divorato decine di cassoni utilizzati da un oleificio per fortuna senza intaccarne ulteriormente le strutture.
“Lo abbiamo denunciato più volte: la manutenzione del nostro territorio, comprese le aree boschive, è insufficiente soprattutto sul piano della prevenzione”, ha dichiarato Michele Ferrandino, presidente di CIA Capitanata, declinazione provinciale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.
“Nessuno vuol fare il maestrino”, ha aggiunto Nicola Cantatore, direttore provinciale dell’organizzazione, “ma le fasce tagliafuoco e le altre misure di prevenzione e contenimento sono sempre utili”.
Tra Vico e Ischitella, sono stati distrutti ettari di vegetazione e centinaia di alberi. Il patrimonio ambientale, la flora e la fauna della fascia boschiva ridotta in cenere, sono andati irrimediabilmente perduti. Occorreranno decenni per ripristinare, e soltanto in parte, quanto è stato divorato dalle fiamme.
Secondo CIA Agricoltori Italiani della Puglia, sulla tutela del patrimonio ambientale pugliese occorre un’operazione verità, una ricognizione puntuale delle risorse umane, tecnologiche e strumentali disponibili “sulla carta” e quelle effettivamente dispiegate sul campo per fare manutenzione periodica, mappatura del territorio, interventi sulla prevenzione.
“Vigili del Fuoco, volontari della Protezione Civile, piloti dei Canadair, uomini e donne che si sono impegnati ieri, vicino alle fiamme, e che ancora oggi stanno lavorando per mettere completamente in sicurezza l’area interessata dall’incendio, hanno rischiato la vita. A tutti loro deve andare il nostro encomio e bisogna esprimere la gratitudine di tutta la Comunità”, ha dichiarato Ferrandino.
“Si utilizzino le possibilità normate attraverso il decreto legislativo 228, con il quale si stabilisce che le aziende agricole dotate dei mezzi adeguati possano occuparsi, attraverso convenzioni con i comuni e gli altri livelli istituzionali, della manutenzione del territorio in chiave di sicurezza antincendio e anti-dissesto idrogeologico”, ha chiuso Nicola Cantatore.
“Quella che si combatte ogni anno contro gli incendi è una vera e propria guerra, dunque come tale va affrontata: occorre sapere quante sono le unità a disposizione, le risorse umane e strumentali su cui poter contare, la loro dislocazione sul territorio, il livello di operatività sul campo di ogni singolo elemento. Senza questa ricognizione approfondita, senza un’operazione verità, non riusciremo a invertire la tendenza che, negli ultimi anni, registra uno sconvolgente impoverimento delle nostre aree boschive, con un’aggressione feroce da parte di chi appicca incendi per tornaconto criminale”, hanno concluso i dirigenti di CIA Capitanata.