casa circondariale di Foggia

Carcere di Foggia, al danno la beffa: il personale resta senza un comandante.

Non finiscono i guai per il carcere di Foggia, al centro del dibattito delle ultime settimane per l’alto numero dei contagi che si è sviluppato tra detenuti e personale di polizia penitenziaria (ad oggi se […]

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Ruggero Damato e Pasquale Montesano (OSAPP):

Contagi al carcere di Foggia: “Una situazione al collasso, personale allo stremo. Immediato l’intervento delle istituzioni”

Nelle ultime ore tornano al centro del dibattito le grandi emergenze delle carceri italiane, troppo strette ed incapienti per i detenuti che le abitano. Strutture carenti di personale, costretto a sopperire alle lacune di un sistema organizzativo privo delle necessarie unità per sostenere il carico di lavoro quotidiano negli istituti penitenziari.
Una riflessione ed un dibattito che chiede risposte alle istituzioni territoriali ma soprattutto al Ministero della Giustizia perché si provveda con urgenza ad una riforma dell’ordinamento penitenziario, immutato da oltre 40 anni.
Oggi con l’allarme pandemico in corso si racconta una emergenza nella emergenza. Una curva esponenziale di contagi all’interno degli istituti penitenziari italiani, su tutti la Puglia con Foggia che registra 30 nuovi contagi tra gli agenti penitenziari, di cui 3 in gravissime condizioni ed oltre 40 detenuti positivi al Covid.
“Una situazione esasperata ed al collasso per la quale si chiede l’immediato intervento delle istituzioni”,
così Ruggiero Damato, Segretario regionale della organizzazione sindacale della Polizia Penitenziaria in Puglia, che con il Segretario generale aggiunto dell’OSAPP, Pasquale Montesano, ha tenuto una conferenza stampa questa mattina, presso la Casa Circondariale di Foggia, per parlare dei temi che riguardano lo stato in cui versano le carceri pugliesi ed italiane, le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere i detenuti e soprattutto la totale assenza di regole organizzative per supportare l’operato della polizia penitenziaria.
“Gli operatori della polizia penitenziaria”, spiega alla nostra redazione Damato, “vivono un disagio senza precedenti a causa della carenza del personale e della assenza di strutture adeguate per lo svolgimento dei compiti istituzionali. Abbiamo una politica assente e silente che non intercetta questa grave emergenza, pesando sull’impegno quotidiano dell’esiguo personale messo a disposizione nelle carceri. Strutture che risultano strette e anguste per contenere un numero di detenuti che è quasi pari al doppio della loro capienza”. Il grido d’allarme è forte, solo un anno fa la rivolta dei detenuti che protestavano sui tetti della Casa Circondariale, ne evasero 72. “Fu un evento di eccezionale entità ma ad un anno da quell’episodio gravissimo nulla è cambiato”, sottolinea Montesano che esprime supporto e solidarietà a tutte le guardie carcerarie italiane, in particolare agli uomini e alle donne che operano in Puglia. “Esprimiamo il nostro supporto nei confronti di tutta la polizia penitenziaria, a loro va il nostro ringraziamento, auspichiamo che quanto prima arrivino proposte concrete per dare supporto al loro lavoro che svolgono con grande impegno e dedizione”, chiude il Segretario Aggiunto Pasquale Montesano.
Dagli ultimi dati sono Foggia, Bari,. Lecce e Taranto ad essere ai primi posti per numero di contagi ed a risentire degli effetti della pandemia nelle carceri.
“La polizia penitenziaria”, continuano dall’organizzazione sindacale OSAPP, “sta fronteggiando con grande impegno e sacrificio questa emergenza ma ora siamo allo stremo e abbiamo bisogno che le istituzioni intervengano, non c’è più tempo. Con l’emergenza sanitaria in atto e le difficoltà organizzative per la somministrazione dei vaccini a personale e detenuti la situazione rischia di precipitare ed i numeri dei contagi crescono con Foggia al primo posto in Puglia per numero di positivi.
Una situazione di allarme che non riguarda solo il Covid ma che – con il Covid – ha messo in luce ogni lacunoso aspetto del sistema carcerario italiano per il quale si chiede una riforma immediata.
“Sono deficit strutturali”, chiudono dall’OSAPP, “che tutti conoscono ma che nessuno vuole sapere”.

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