![]() “E pensare che avremmo potuto vincerla!” L’ho pensato appena finita la partita e ne sono convinto. Non vorrei essere frainteso, tuttavia. Il Palermo del primo tempo ci ha fatto vedere i sorci verdi. A vederli muoversi in campo e toccare la palla, mi sono ricordato di una espressione che usa mio papá: “questi toccano la palla con la suola della scarpa”. Glielo sento dire quando vuole fare capire la qualitá tecnica e la confidenza di certi giocatori in campo. Il Palermo del primo tempo toccava la palla con la suola. Ho tirato un sospiro di sollievo quando é finito il tempo. “Dobbiamo resistere altri 45 minuti”, ho pensato. Ed invece il secondo tempo mi lascia con la sensazione che avremmo potuto mettere qualche punto in piú nei borsoni che carichiamo sul pullman di ritorno a Foggia. Mi si é fissata nella mente l’immagine di un calcio di punizione fischiato al 76´per un fuorigioco del Palermo. Ho visto i nostri difensori fermare immediatamente la palla con la punta delle dita e rimetterla in gioco in un istante. Una dimostrazione di coraggio e determinazione. Ci davano per spacciati prima del calcio d’inizio. Figuriamoci se questo Foggia, convalescente cronico, puó dare fastidio a una corazzata come quella palermitana. Tra l’altro, i rosanero sono gli stessi della scorsa settimana, gli stessi del ritiro pre-campionato. Il Foggia, invece, ne ha cambiati sette! Praticamente una squadra nuova. La tempesta perfetta per prendere una imbarcata. E no! Questi sono dei testardi! Questi si sono messi in testa di poter fare un gol al Palermo. Invece di buttarsi a terra e fingere spudoratamente crampi (sacrosanti a quel punto dopo aver corso dietro la palla per buona parte della partita), questi incoscienti rimettono subito la palla in gioco e puntano la difesa avversaria! Subito dopo e per i successivi 10 minuti, il Palermo si presenterá davanti a Leali per almeno tre volte e per altrettante volte suderó freddo, perché questi indemoniati fanno paura ogni volta che avanzano. Eppure, il Foggia non molla. Incassa, barcolla e non molla. Nei sette minuti di recupero avremmo potuto fare gol in almeno 3 occasioni, senza mai subire niente. Ci é andata male. Peró, a pensarla bene, Galano oggi non é la brutta copia del funambolo che tutti abbiamo imparato a conoscere. Certo, avrebbe potuto essere piú preciso in alcune occasioni. Ma a me interessa che abbia dimostrato sul campo di aver assorbito da uomo i mesi non proprio esaltanti passati finora a Foggia e che si sia fatto trovare protagonista sul campo di una delle prossime partecipanti al massimo campionato. Iemmello, che a volte sembra assente, crea occasioni ogni volta che tocca la palla. Greco é la luce in mezzo al campo. In una settimana sembra ci siamo dimenticati delle deficienze di organico. Adesso Deli dove lo mettiamo? In difesa siamo stati abbastanza impegnati. Ma la veritá é che il Palermo non é stato particolarmente pericoloso in piú di due occasioni, tutte nel secondo tempo. Una gran parata di Leali ed un tiro in girata di Puscas “alla Galano”, cioé fuori. A confermare l’atteggiamento della squadra nel secondo tempo, penso che Ranieri abbia passato piú tempo dalle parti della panchina di Stellone di quanto abbia fatto in copertura sulla sua fascia. Quelli della mia generazione sono cresciuti con la paura dell’”uomo nero”. Se non dormivamo, arrivava l’uomo nero. Se non mangiavamo, arrivava l’uomo nero. Ho l’impressione che gli attaccanti del Palermo, poverini, questa notte avranno gli incubi a pensare che, anche quando pensavano di avercela fatta, l’”uomo nero” appariva d’improvviso e rimpallava ogni loro tentativo. Non vorrei sbilanciarmi, ma Billong mi sembra davvero forte! Oggi abbiamo preso un punto su un campo difficile, contro una squadra forte ed in un momento in cui la fortuna proprio non ci assiste. Lo abbiamo strappato con le unghie e con i denti, ma dimostrando di essere una squadra viva, combattiva. CI serve continuitá piú di quanto ci servano grandi imprese e poi ricadute, perché il Cosenza ci ha staccati. Dobbiamo ricucire lo strappo con il paradiso. Non posso e non voglio chiudere questo articolo senza citare il vero valore aggiunto di questa squadra. Ai fratelli Sannella va il mio pensiero per aver dimostrato per l’ennesima volta (e qualora ce ne fosse ancora bisogno) di avere a cuore questa realtá. Se ne sono sentiti dire di tutti i colori da gente che dimentica presto, che confonde i ruoli. Grazie per continuare a regalarci domeniche passate a godere di queste emozioni. Non ho nessuna nostalgia dei tempi in cui le discussioni sportive si confondevano con gli atti giudiziari dei fallimenti. Tempi in cui i giocatori si misuravano dal numero di stipendi arretrati e non dalle statistiche del campo. Allo stesso modo vorrei ringraziare il DS Luca Nember, il quale, tornato a fare il suo lavoro, ha tirato fuori dal cilindro giocatori che oggi ci hanno regalato una giornata di emozioni forti e, finalmente, ci regalano una speranza.
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Sergio d'AlessandroSergio è un dirigente in una multinazionale nel settore industriale che oggi vive e lavora in Messico. Trova sempre il modo di seguire il Foggia, come legame indissolubile verso i suoi luoghi di origine e non perde occasione per trasmettere ai suoi figli la sua stessa passione ed orgoglio. Archivi
Maggio 2019
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