Dopo l'ottima prestazione di Palermo, il Foggia fa un piccolo passo indietro, gettando alle spugne una vittoria che per la verità avrebbe meritato, ma la sfortuna, le parate di Fiorillo e qualche imprecisione di troppo, hanno determinato questo pareggio che va stretto alla squadra di Padalino, considerando che il Pescara ha fatto poco o nulla, per impensierire più di tanto Leali.
Pillon, come in una partita di scacchi, è stato bravo ad "occultare" Marras (ex Alessandria), partito col compito di sostenere le due punte Monachello e Mancuso all'apparenza, ma in verità con la volontà di offuscare la fonte di gioco del Foggia, Leandro Greco, impedendogli oltre di uscire dal contropressing, la ricerca del cosidetto "terzo uomo". La fase difensiva, a zona, ha retto molto bene, con Billong e Martinelli sempre pronti a togliere dalla testa delle due punte abruzzesi palloni pericolosi, anche rischiando qualcosina (leggasi il quasi autogol dello stesso numero 14 rossonero all'8° minuto). Ma vedendo il rovescio della medaglia, il Pescara si è reso pericoloso soltanto grazie alle lacune da parte dei centrali di difesa del Foggia (Loiacono, a fine primo tempo e Greco al 21esimo minuto) e l’unica vera costruzione di una palla gol è nata in occasione del tiro a rientrare di Mancuso, fuori di poco alla destra di Leali, e sul fallo da rigore, che è stato un fallo – a mio parere inesistente - forzato visto che sulla destra Monachello era pronto a sferrare un diagonale vincente. Il centrocampo ha retto benissimo, in particolar modo si è rivisto un ottimo Deli, non solo per lo splendido gol realizzato, ma anche perchè la difesa del Pescara andava sul "chi va la" (anche per la presenza di Iemmello che lo supportava), consentendo l'inserimento delle mezz'ali. In una di queste occasioni, - precisamente al 34esimo - se Galano avesse alzato lo sguardo, avrebbe potuto servirlo nello spazio centrale, creando una pontenziale palla gol. La fase offensiva invece ha soltanto mancato di concretezza e fortuna, perché Iemmello è incappato in una delle tante troppe giornate no che gli stanno capitando da un po’ di tempo a questa parte (non se lo merita), sebbene nella seconda occasione avuta va riconosciuto il merito a Fiorillo di aver chiuso lo specchio della porta, attaccando lo spazio ed effettuando una bella parata a terra. Nella prima occasione, invece, l’attacco della profondità e il sombrero al difensore del Pescara è stato un qualcosa di strabiliante. La maledizione Galano invece continua, perché il ragazzo, sebbene con tanta volontà, è imprigionato da questa voglia continua di sbloccarsi e rispondere alle troppe pressioni che non lo fanno giocare con la dovuta serenità e lucidità. Alcune occasioni chiave, sia come goleador che come uomo assist, possono risolverti la partita con una giocata, mentre i troppi tiri da fuori, sebbene potenzialmente pericolosi, sono a tutt’ora una zavorra che condiziona pesantemente il giocatore. Ma al contempo sono sicuro che, appena riuscirà a sbloccarsi, sarà sicuramente messo in condizione di far male come ci era abitati a vederlo col Bari. Lo stesso discorso vale anche per Kragl, poiché un suo tiro da una zolla di campo dalla quale fece gol con l’Entella lo scorso anno, è finito in curva. Una cosa rara per uno come lui, segno del fatto che la posizione in campo ed il modulo non lo aiutano particolarmente, ma in questo momento sia lui che la squadra hanno bisogno di ricompattarsi dopo le tante, troppe disattenzioni che sono costate punti e vittorie. I nuovi acquisti ed il nuovo modulo, per ora, sebbene a metà, stanno dando ragione a Padalino, ed il fatto di aver subito un solo gol contro due avversari pericolosi (Palermo e Pescara), deve infondere fiducia e positività in tutto l’ambiente e non solo dei calciatori. In conclusione un Foggia bello ma che può e deve dare qualcosa di più poiché in alcune circostanze poteva, soprattutto nel primo tempo, creare molto visto le imbucate centrali lasciate da Campagnaro e Scognamiglio, dove è mancata personalità e coraggio, che a mio parere avrebbero potuto consentire al Foggia di realizzare il gol del 2-1. Bisogna continuare su questa strada anche in quel di Padova, dove urgono i 3 punti, per riavvicinare il Cosenza ed allungare sulle ultime 4. Una tappa fondamentale nel prosieguo del cammino del Foggia.
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Francesco BacchieriFrancesco Bacchieri, all’anagrafe Stellacci, laureato in architettura a Firenze, vive ed esercita la professione di architetto in Toscana ormai da 35 anni, da dove però non ha mai mancato di seguire i Satanelli in giro per l’Italia. Da oltre un anno, come Francesco da Prato, a fine partita commenta a caldo le prestazioni dei rossoneri nella rubrica "Io la vedo così... ". Archivi
Maggio 2020
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