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Almeno nei tribunali il Foggia sa vincere e convincere

24/5/2019

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Detto che i problemi del Foggia non sono la serie in cui giocherà l’anno prossimo, ma capire come e chi sarà in sella al nostro sodalizio per  affrontare la stagione che verrà, pagando competenze ed iscrizioni e presentando tutte le garanzie dovute, credo sia necessario fare il punto della situazione alla luce di tutto quanto è successo in questi giorni che ci hanno travolto in un tourbillon di brividi ed emozioni degne di un libro di Stephem King. Qualcuno ha detto che il Foggia è retrocesso e risalito in serie B in questa settimana come fosse un delfino che ora affonda nell’acqua e ora riemerge per prendere fiato saltellando allegramente sulle onde. Ma se ci si incanta a seguire con lo sguardo i delfini che precedono le navi dirette al porto, seguendo le loro bizzarre evoluzioni sul mare, molto meno ci siamo divertiti noi a vedere stracciati i nostri diritti da chi credeva di essere invincibile ed intoccabile e che invece una delibera del TAR del Lazio ha riportato sulla terra, non senza dolore per loro e sottile piacere per noi. A chi da un sito di Salerno blaterava di un fantomatico articolo 18 - comma h - che consentiva ai parrucconi del Consiglio di Lega di passare sopra norme e regolamenti sbattendo il Foggia in C e salvando in un colpo solo Salernitana e Venezia, i giudici del TAR del Lazio, che le norme le conoscono e le sanno leggere, ha sospeso quella infame delibera rimandando sì all’11 giugno la decisione finale, ma motivando l’accoglimento della richiesta sospensiva del Foggia con parole durissime contro chi quella decisione l’aveva deliberata, parlando addirittura di danno “irreparabile” causato alla nostra società (ed alla nostra comunità, aggiungerei io). Ma aldilà di tutto, anche a chi riteneva immobile e supina la posizione del Foggia, il sodalizio di viale Ofanto ha saputo districarsi in una situazione a dir poco drammatica, contro i poteri forti del calcio (o presunti tali), con un’arguzia e un tempismo da felino nascosto nella savana pronto a ghermire la preda al momento giusto, spiazzando finalmente tutti, anche molti tifosi ormai rassegnati. E va dato atto alla dirigenza rossonera e a i suoi legali che tutto è stato fatto nel rispetto delle regole e senza per questo accanirsi o sciacallare sulle disgrazie altrui, come solo l’anno scorso “qualcuno” aveva fatto nei nostri confronti. Il Foggia in campionato è retrocesso (in campionato ma non sul campo, ribadiamolo sempre), ma aiutato dalle circostanze ha saputo giocare forse la sua migliore partita proprio nelle aule dei tribunali. Bravi dunque tutti, e brava anche l’Amministrazione Comunale che, tralasciando il contesto elettorale, ha fatto fino in fondo il suo dovere affiancando la società e lavorando in sinergia con questa per mettere la Lega di B in un angolo. E che la Lega nell’angolo ci sia finita lo dimostra lo stesso comunicato che autosospende la sua scandalosa delibera, rimettendo di fatto il Foggia in gioco per i Play Out a prescindere da quello che il 29 maggio si deciderà per il Palermo a cui, da sportivi quali siamo, auguriamo che la giustizia riconosca senza ombre di dubbio torti e ragioni. Il Foggia allora non ha perso tempo, e qualche ora dopo il comunicato della Lega di B ha immediatamente, come le norme adesso gli consentono, chiesto che venga fissata la data dei Play Out. Altra mossa da scacchisti professionisti. Perchè? Presto detto. La Lega adesso ha due strade: sconfessare il Tar e se stessa e negare al Foggia i Play Out, con la conseguenza che il danno “irreparabile” comminato al Foggia e sancito dal Tribunale Amministrativo del Lazio (non dal bar dello sport o da pseudo-giornalisti salernitani) diventi ancora più “irreparabile”, oppure fissare la data dei Play Out ai quali, nemmeno a dirlo, la Salernitana si opporrà. Cosa succederà allora? Il Foggia, con l’aiuto dei suoi sagaci legali, si è messo in cassaforte un “diritto violato”, e quel diritto violato potrà essere risarcito o con milionari rimborsi (per non parlare delle paventate conseguenze penali successive alla querela che stà approntando il Comune di Foggia contro lo scellerato Consiglio del 13 maggio) o con la permanenza nella serie cadetta senza giocare i Play Out, che a questo punto non vuole più nessuno. Credo che alla fine di tutto, qualsiasi sarà l’esito dell’appelo del Palermo, la soluzione più salomonica e più indolore per gli organi federali sarà quella di ripristinare il format della B a 22 squadre, esattamente come prevede tuttora l’art. 49 del NOIF (attualmente in vigore, nonostante si sia avviata una procedura di modifica che peró deve essere ancora ratificata dagli organi competenti), consentendo ai giudici e ai tribunali sportivi ed amministrativi di andare in ferie, ed alle società di serie B di preparare con calma la nuova stagione.
Incrociamo le dita, chi vivrà vedrà.

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Nel nome di Roberto Floriano

4/5/2019

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L’ultima giornata del campionato di serie B 2017/18 si è giocata un venerdì sera del 18 maggio dello scorso anno. Una giornata che sembrava già scritta negli almanacchi, perchè all’Empoli già promosso in A si sarebbe dovuto affiancare il (quasi) già promosso Frosinone, mentre il terzo posto utile sembrava già destinato ad una sfida a due nei Play Off fra Parma e Palermo. Una di quelle giornate da sbadigli, da ultimo giorno di scuola, con squadre e giocatori con le valige pronte per vacanze esotiche e calmi pomeriggi in famiglia. Sbadigli non dappertutto peró, naturalmente. Al Benito Stirpe di Frosinone tutto era pronto per una magica notte di festa, con un’intera città in lustrini e paillettes ebbra di gioia per il subitaneo ritorno dei ciociari nella massima serie. Bancarelle in ogni dove, giornalini evocativi in gialloblù su tutti i tavolini dei bar, nelle pizzerie, tra le braccia di giovanissime miss ferme ai semafori a distribuirli ai passanti con generose scollature e minigonne mozzafiato. Lo stadio era una bolgia già due ore prima della partita. Tutta la nobiltà frusinate accomodata in poltrona sulle tribune d’onore a sfoggiare l’abito buono e i gioielli di famiglia. Il buon Sindaco Ottaviani aveva comodamente ottenuto dal suo Prefetto il divieto di trasferta per i tifosi foggiani, sempre troppo scomodamente numerosi, brutti, sporchi e cattivi e con quei maledetti colori rossoneri a sciupare la magnifica scenografia in stereofonia fra le due curve gremite all’inverosimile e ricoperte dei colori sociali. La musica pompata a mille, nel frastuono generale, che nemmeno riuscivi a chiedere che ore fossero al tuo vicino di sedia. La partita? Quale partita? Il Frosinone secondo in classifica affrontava il Foggia salvo e sazio di un campionato a cui non aveva più niente da chiedere. Novanta minuti da far passare alla svelta per passare allo spumante tenuto in fresco in ghiacciaia. Agnelli entrando in campo, si guarda intorno. Ma è il Carnevale di Rio? No, è il Benito Sirte che aspetta il toro da matare nell’arena prima di sventolare i fazzoletti e buttarsi in piazza a festeggiare. Le urla non smettono nemmeno a partita iniziata. Nessuno sente il fischio dell’arbitro al gol di un incredulo Mazzeo. “Ma dai, che bravi, vogliono darci un po’ d’emozione. Peró che birbanti, vogliono farci stare sulle spine fino alla fine!” È questo che pensano tutti nell’intervallo. Nessuna preoccupazione, nessun turbamento. Riprende il gioco e il Frosinone pareggia, poi passa in vantaggio. Tutto prestabilito, tutto già scritto. Si diano inizio alle danze. E così sia! Poi, d’un tratto, come un lampo nel cielo d’agosto, Roberto Floriano prende una palla e la scaraventa in rete leggera come una farfalla. Si spegne la luce, si spengono i rumori. Roberto è nato in Germania, lì non si regala niente a nessuno. Lì niente è dovuto. Il dramma è cominciato. A Spezia, nel frattempo, il Parma vince passeggiando. Un campione del mondo (?) dello Spezia , tal Alberto Gilardino, sparacchia alto un rigore. Non si sa mai, lascia che sia! Già, lascia che sia il Parma ad andare in A, a Frosinone possono aspettare. Un bambino piange alla mia destra in braccio alla mamma mentre il gelato gli si scioglie sul giubbetto. Non ha più voglia di leccarlo. Dispiace sempre vedere un bambino piangere. Dispiace anche vedere una squadra andare in A senza aver avuto avversari, come il Parma. Al Frosinone questa fortuna non è capitata perchè il Foggia ha onorato il suo impegno, ha onorato lo sport, ha insegnato a tutti cos’è la lealtà. Servirà a poco. Al momento opportuno nessuno sconto sarà fatto al Foggia, leale sul campo ma “sbadato” nei conti sociali. E Roberto Floriano? Per “premio” va in D al Bari dove farà peró presto sorridere altri bambini, con altri colori, ma che importa? Rimarrà sempre un galantuomo sul campo e nella vita, non importa in quale stadio e in quale serie. 
È passato un anno da quella allucinante sera a Frosinone. Oggi in B si scontrano squadre assetate di punti con altre che, come il Foggia allora, non hanno niente più da chiedere a questo campionato. Allora mi faccio una domanda. Quanti Floriano scenderanno oggi in campo? E quanti Gilardino? La nostra salvezza passa dalla risposta a questa domanda. 
Ai posteri l’ardua sentenza.

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    Francesco Bacchieri

    Francesco Bacchieri, all’anagrafe Stellacci, laureato in architettura a Firenze, vive ed esercita la professione di architetto in Toscana ormai da 35 anni, da dove però non ha mai mancato di seguire i Satanelli in giro per l’Italia. Da oltre un anno, come Francesco da Prato, a fine partita commenta a caldo  le prestazioni dei rossoneri nella rubrica "Io la vedo così... ". 

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