Girone C: comandano le città più piccole

È stata una partita avvincente quella di domenica pomeriggio allo Zac.

Molti gol, risultato sempre in bilico, ribaltato due volte, una rete annullata, occasioni da entrambe le parti e due cartellini rossi ad azzoppare i Satanelli.

Fra le emozioni di una sfida ricca di suggestioni per la tragedia dell’andata e il campo che, complice anche un arbitraggio non sempre impeccabile, ha tenuta desta l’attenzione del pubblico fino all’ultimo respiro, il Potenza ha portato via i tre punti dopo 87 anni.

Si vede che questo era il momento giusto.

Un Foggia volenteroso, dinamico, ma privo di equilibrio in alcune fasi del match, è stata una preda ghiotta per i lucani alla ricerca di punti per consolidare la posizione nella griglia playoff.

A conferma dei punti deboli più volte evidenziati, i primi pericoli e il gol del vantaggio del Potenza sono arrivati da calcio d’angolo.

C’è poco da fare: quando se ne subisce uno la difesa rossonera va in confusione, non sa prendere gli uomini, lascia spesso gli attaccanti saltare indisturbati.

È così dall’inizio della stagione e non si trova rimedio.

Non è un caso che contro l’Avellino si sia fatto risultato anche evitando accuratamente di procurare corner ai biancoverdi.

Qualche nota positiva è arrivata dai neoacquisti, ma gli errori alla base di tutte le azioni da gol degli ospiti hanno pesato in modo determinante sul risultato finale.

Grave, infine, la doppia espulsione che ha smantellato la difesa mettendo in difficoltà mister Zauri in vista della difficile trasferta di Catania.

In teoria, nulla è compromesso. La salvezza dovrebbe essere ancora un obiettivo agevole, soprattutto per le disgraziate sorti di Taranto e Turris per le quali è solo da stabilire se l’addio alla C passi attraverso la (probabile) esclusione anticipata o per evidente inferiorità tecnica.

Una vicenda, questa delle due società in difficoltà economiche, che lascerà il segno anche nelle sorde mura del palazzo.

Le regole che ci sono non garantiscono competizioni lineari, tradiscono la fiducia dei tifosi, minano alla base il movimento del calcio professionistico e questo tristissimo 2024/25 è l’emblema dell’incapacità di chi lo governa.

Lo sappiamo tutti e, ne sono certo, lo sanno anche i vertici della Lega.

Ed è un peccato visto che questa situazione rischia di fare ombra a un girone che si avvia ad essere vinto in ogni caso da una città con meno di 60.000 abitanti, evento mai accaduto nell’ultimo decennio.

Aspettiamo tutti senza sorprese le immancabili parole di circostanza che arriveranno dopo i provvedimenti della Covisoc.

Questo calcio, prendiamone atto, diverte sempre meno.

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