Chi aveva dubbi in merito ai seri problemi di quel giocattolo chiamato Foggia ha, purtroppo, avuto conferme nel venerdì sera di Giugliano.
Non è tanto il risultato negativo a creare preoccupazione, quanto la solare evidenza dell’incapacità di incidere da parte di un gruppo volenteroso, ma debole, inadeguato ad affrontare con serenità la lotta per conservare la categoria.
Ci sarà da soffrire.
Se basta un impacciato Giugliano a fermare i rossoneri, vuol dire che l’intelaiatura della squadra è debole, con pochi elementi all’altezza e ruoli completamente scoperti.
In attacco, ad esempio, il solo Emmausso non può inventarsi punta pura, ci può stare che non sempre riesca a segnare. Che poi, a dirla tutta, è l’unico a farlo negli ultimi tempi.
La panchina è corta e male assortita. Non ci sono cambi adeguati e le presenze sono spesso solo nominali, tanto per far numero.
C’è un tema, inoltre, da considerare.
Il mercato di gennaio ha visto tutte le squadre di fondo classifica rinforzarsi ad eccezione di Taranto e Turris il cui destino comune sembra ormai segnato.
I Satanelli non hanno fatto altrettanto. Anzi, sono molto meno competitivi di quanto non lo fossero a fine 2024, quando la cura Zauri (e una giusta dose di buona sorte) aveva consentito una decisa rimonta in classifica.
Il Messina, ad esempio, si è fatto forte del cambio di proprietà e ha puntellato la squadra. Altrettanto hanno fatto Casertana, Latina e Cavese.
Non è un caso, quindi, che a gennaio queste squadre abbiano fatto tutte più punti dei rossoneri.
Nel calcio, come in tutti i settori, improvvisare non porta mai a risultati concreti e di iniziative estemporanee ne abbiamo viste tante negli ultimi quattro anni.
Siamo ancora fra i professionisti, per ora, ma c’è tanto dilettantismo nella gestione a zavorrare squadra, risultati ed entusiasmo della piazza.
C’è da sperare che i due lavoratori a tempo determinato, Leone e Zauri, resistano almeno per altri tre mesi per provare a difendere la categoria.
Il giocattolo chiamato Foggia non potrebbe reggere altre spallate.
I commenti non vanno buttati oltre gli ostacoli solo per fare vedere che lo si è superato ma, se si deve scrivere un articolo, occorre cognizione tecnica. Il Foggia, venerdì non ha incontrato una squadra trascendentale ma una compagine che si è chiusa nella sua metà campo per gran parte della sua partita. Gia questo era un elemento da superare. Il Foggia si muoveva bene, a parte un po’ di confusione in attacco. I due centrocampisti reggevano mentre emmausso faceva molta attrito con gli altri tre, non passando palla e non facendo capire quali movimenti voleva fare o dettare. Emmausso non ha giocato da prima punta bensì aveva libertà di muoversi. Per me un arma a doppio taglio perché se è vero che è l’unico che tira, porta scompiglio anche agli stessi compagni di squadra. Occorre pertanto insistere su di un assetto e catechizzare emmausso, tirargli le orecchie facendogli intendere che si gioca con testa alta e per la squadra. Il Foggia ha perso per due episodi, sicuramente e evitabili. Si deve essere più cattivi in difesa nei momenti clou, si deve mangiare l’avversario. Per farlo però de i avere giocatori che lo sanno fare e noi ne abbiamo venduto due. Parodi è meglio che rimani lì dove sta. Venerdì Silvestro era spompato per il tanto lavoro svolto e bon ha garantito chiusure dietro, come lo stesso vezzoni. Se avessimo avuto cambi adeguati, non prendevamo quei gol. Tutto qui. Ci vuole concentrazione e cattiveria agonistica in difesa. In attacco costringere emmausso a limitarsi a tirare quando ha possibilità e limitare suoi dribbling.. sarebbe utile altro calciatore che tira in porta.
Siete tornati i soliti gufi 🦉 ed è un buon segno. Vuol dire che il Foggia farà bene. Se voi siete giornalisti, allora Colino Canonico è il migliore presidente della storia del Foggia.