Emiliano in audizione al Senato: “l’autonomia differenziata ci preoccupa. Dobbiamo avere la certezza che le regioni meno progredite possano trarne profitto”.

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto in audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato nell’ambito dell’esame dei disegni di legge in materia di autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario (d.d.l. nn. 615, di iniziativa governativa, e nn. 62 e 273).

“L’autonomia differenziata – ha detto Emiliano – ci preoccupa perché non ci consente di prevedere con chiarezza gli impatti della riforma: è questo il problema politico che il legislatore dovrebbe porsi. Al legislatore io chiedo di non varare una riforma di questa portata se i suoi impatti sulla capacità di governo del paese non sono chiari”.

“Se, come sostiene il ministro Calderoli, la riforma serve a dare un’occasione di progresso alle regioni meno progredite d’Italia, il parere di queste regioni va tenuto quantomeno in considerazione. Noi non abbiamo nulla contro l’aumento dei poteri regionali; siamo convinti, anzi, che un modello di governo di prossimità possa funzionare meglio di un modello accentrato, e proprio su questo stiamo anche discutendo con il ministro Fitto che invece, nel quadro della coesione, sta facendo esattamente il contrario, pur essendo nello stesso governo di Calderoli. Il presidente del Consiglio sicuramente farà una sintesi. Questo modello, però, deve realizzare innanzitutto un meccanismo di maggiore eguaglianza, altrimenti diventa rischioso per la tenuta del paese. Dobbiamo avere la certezza che le regioni meno progredite possano trarne profitto. In questo senso, crediamo che la definizione e l’effettivo finanziamento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) sia un elemento di grande importanza politica e costituzionale. In questi giorni, autorevoli costituzionalisti hanno ribadito che nell’ipotesi in cui i LEP non realizzassero un’effettiva parità di condizioni, tutto il sistema di autonomia differenziata non reggerebbe”.

Alla domanda del senatore Francesco Boccia del Partito Democratico, che invitava Emiliano a illustrare le implicazioni del passaggio dai Livelli Essenziali di Assistenza ai Livelli Essenziali delle Prestazioni per la Puglia, il presidente Emiliano ha risposto che “a parità di abitanti, ad esempio, tra Puglia ed Emilia Romagna e con le stesse esigenze sanitarie, noi abbiamo la metà degli ospedali, 27 mila dipendenti in meno, un terzo delle RSA e 400 milioni in meno dal fondo sanitario nazionale, ma dobbiamo garantire gli stessi LEA. È come giocare una partita in sette contro undici. Se i LEP fossero fatti per bene, alla Puglia potrebbero arrivare grandi risorse. Il problema è che queste risorse sarebbero tolte ad altri. Per questo, un meccanismo di riequilibrio delle diseguaglianze sarebbe fondamentale: non possiamo rassegnarci all’idea di una competizione di tutti contro tutti. E lo dico da presidente di una Regione che sino a pochi anni fa era tra le ultime d’Italia per performance socio-economiche, e che adesso, per usare una metafora ciclistica, si trova nel gruppo di testa e se avesse più risorse potrebbe fare ancora di più.”

fonte: Regione Puglia.