Foggia: è una questione di resilienza

Oltre ogni forma di difficoltà. Alla vigilia della sfida di ritorno contro il Crotone, il popolo rossonero incomincia ad accumulare sempre più pensieri su quello che riserverà la gara dello Scida. Novanta minuti di gioco che forse meglio non potrebbero riassumere quella che è stata la stagione dei satanelli. Un viaggio a dir poco impervio, ma che nonostante tutto ha sempre visto la squadra uscirne nel modo migliore possibile. Merito dei giocatori e allo stesso tempo dei suoi allenatori. Su tutti ovviamente Delio Rossi. L’uomo che forse oggi meglio incarna la vera anima del Foggia o per meglio dire del suo Foggia. 

Da quando il tecnico riminese è arrivato all’ombra dello Zaccheria, la squadra ha subito un profondo processo di trasformazione. Il più importante della sua annata visti i risultati, ma soprattutto la forza caratteriale messa in campo in una fase delicata come i playoff. Un gruppo che dal primo turno della fase finale fino alla vittoria interna con il Crotone è riuscita ad andare oltre ogni più rosea immaginazione. Una peculiarità che il popolo rossonero ha tradotto con un’inarrestabile gioia in ogni minuto di gara mostrando la parte migliore di sé anche oltre i confini della Serie C. 

Un merito inequivocabile, ma che mette inconsciamente in ombra la vera forza di questa squadra: la resilienza. Una capacità che il Foggia ha espresso contro ogni avversario e perfettamente rappresentata dai ruggiti dei giocatori dopo ogni singola rete siglata. Basti pensare all’eurogol di Di Noia contro il Potenza, ma soprattutto alle tre reti con l’Audace Cerignola. Un vero e proprio riscatto del gruppo che ha dato un calcio emotivo alla frustrante inquietudine di questa stagione.

Una forza ineluttabile che Rossi ha saputo individuare e soprattutto imbrigliare fin dai primi allenamenti con i suoi giocatori. Senza alcun dubbio la vittoria più grande ottenuta finora. Lo dimostra l’esultanza quasi indomabile al fischio finale di Foggia – Potenza con quel movimento ricco di vibrazioni concentrate nei suoi pugni chiusi. Ma anche la sua personalissima “prestazione” al termine di Foggia – Crotone sfociata poi con la conseguente squalifica. Un prezzo che il tecnico ha voluto pagare senza preoccupazioni, perché questo Foggia incarna perfettamente il suo calore sportivo. 

Un fuoco vivo che i calciatori hanno portato sul terreno di gioco fin dalla prima gara della sua gestione riuscendo a sopperire a delle serie difficoltà. Su tutte quelle generate dagli squalificati e dagli infortunati. Una lista che la gara con il Crotone ha allungato ulteriormente . In tal senso basti pensare a Leo (squalificato) e Beretta (diffidato ed uscito anzitempo per un problema muscolare) che si sono uniti ai già malconci Di Noia (alle prese con un piccolo fastidio muscolare ma forse disponibile per domani), Odjer e Ogunseye fermi ormai da diverso tempo. Un altro giocatore che invece potrebbe far parte dei convocati è Garattoni. L’esterno rossonero è appena tornato ad allenarsi con il gruppo, ma le prossime ore saranno decisive. Insomma, defezioni di assoluto spessore e che inevitabilmente acquisiscono ulteriore importanza vista la rosa corta a disposizione di mister Rossi. 

Un ostacolo che l’allenatore è riuscito però a superare anche nell’ultima sfida dello Zaccheria, grazie ad una capacità tipica di un tecnico del suo calibro. Una certezza che permette al popolo rossonero di tirare un sospiro di sollievo in quel marasma di pensieri che ormai detta il tempo della sua quotidianità, ma soprattutto conferisce ulteriore forza ad un gruppo che ha fatto delle difficoltà la sua arma principale. Un fattore che domani la squadra cercherà di fruttare ancora una volta nel migliore dei modi. Una speranza che culla il Foggia e tutta la sua tifoseria.