Tanti, quasi tutti. Quando si è trattato di fare gol, il Foggia ha potuto fare affidamento sulla quasi totalità della sua rosa. Ad oggi infatti, gli unici giocatori (al netto dei giovani della Primavera, ndr) a non aver segnato si possono contare sulle dita di una mano: Ivan Kontek, Daniel Leo e Moses Odjer. Calciatori figli di storie diverse, come del resto gli stessi Toni Markic (90’ con il Monterosi Tuscia e poco più di 60 secondi contro l’Avellino) e Antonio Vacca che a differenza degli altri colleghi non ha praticamente mai avuto l’opportunità di mettersi in mostra: 2 presenze e un infortunio che gli ha precluso il finale di campionato.
Un segnale inequivocabile della pluralità di soluzioni messe a disposizione dal gruppo, ma anche dello spirito di coesione che lo ha caratterizzato durante tutta la stagione. Un cammino che nelle diverse fasi ha visto mettersi in mostra diversi protagonisti. Da quelli più attesi a coloro che in un modo o nell’altro si sono rivelati delle piacevoli sorprese. Il primo che balza all’attenzione è ovviamente Roberto Ogunseye. Il centravanti ex Modena si è guadagnato sul campo il titolo di capocannoniere rossonero: 14 gol tra campionato (11) e Coppa Italia (3) in 39 partite complessive. Numeri che gli hanno permesso di vivere la migliore stagione della sua carriera e con un percorso playoff ancora tutto da affrontare.
Un altro protagonista è stato senza alcun dubbio Davide Petermann con i suoi 7 centri in 44 partite di campionato (record personale) nonostante qualche accenno di discontinuità, ma forse c’è chi addirittura ha fatto meglio di lui: Marco Frigerio. Con ogni probabilità una delle sorprese più dolci della stagione rossonera. Il suo impatto è stato pressoché decisivo, come testimoniato dalla titolarità mantenuta durante tutte le gestioni di questa annata. Da Roberto Boscaglia a Fabio Gallo passando per Mario Somma e Delio Rossi. Una costante di rendimento che lo ha trasformato silenziosamente in una colonna portante dell’undici rossonero.
Medesimo discorso per i due esterni di centrocampo: Filippo Costa e Alessandro Garattoni. Il primo ha rifilato una quantità industriale di progressioni e palloni per i suoi compagni, mentre il secondo in diverse occasioni li ha anche trasformati in gol. Le 8 reti messe a segno finora sembrano quasi il risultato di una semplice “buona annata”. Nulla di più sbagliato. L’ex Juve Stabia è di fatto uno se non il principale giocatore di maggior prospettiva della rosa di mister Rossi.
Un calciatore che ha iniziato a mostrare i primi lampi delle sue qualità già con Zdenek Zeman nello scorso campionato. Un freccia preziosa come lo stesso Costa da poter scoccare anche in questo finale di stagione. Infine ci sono Alberto Rizzo e Daniel Leo. Due giocatori che hanno fatto della capacità di adattamento la loro arma principale. Un merito (come molti altri) di mister Gallo, bravo ad individuare nei suoi ragazzi soluzioni alle criticità di inizio campionato.
Problematiche che a volte però non hanno potuto trovare la giusta risposta se non nelle mani del portiere: Demba Thiam. L’ex Spal nel giro di pochissimi giorni si è preso la titolarità della porta rossonera a suon di parate a dir poco decisive. Un fattore determinante che al netto di qualche sbavatura lo pone tutt’ora al centro della squadra, come del resto il suo dirimpettaio Kontek. Un metronomo che ha dato equilibrio e stabilità alla retroguardia foggiana in un momento di assoluta criticità, soprattutto con la contemporanea assenza di Davide Di Pasquale.
Infine c’è Bjarki Bjarkason. L’ultimo “arrivato” in casa Foggia, se non altro per la sua continuità mai trovata da quando è giunto all’ombra dello Zaccheria. Le qualità ci sono e mister Rossi sta facendo di tutto per metterle in risalto. Le ultime due gare lo hanno visto partire da titolare e la fiducia è stata ricambiata con gol (2), assist (1) e in modo particolare prestazioni. Una delle variabili che di certo potrà determinare questo sprint finale. Insomma, la regular season ha conosciuto i suoi protagonisti, ma soprattutto regalato buone sensazioni per un playoff ancora ignaro del suo potenziale condottiero. Un giocatore al servizio di una squadra che in un modo o nell’altro cercherà di far gioire un popolo intero.
foto di Donato Nardella