“Non lo sapevamo”. E’ stato questo il commento di diversi politici della precedente legislatura a fronte delle argomentazioni portate dai proff. Giannola e Villone riguardo gli effetti che l’Autonomia Differenziata avrebbe comportato per l’architettura istituzionale e l’impalcatura dei servizi in tutti i territori del Paese. A raccontarlo sono gli stessi Adriano Giannola, economista e presidente dello SVIMEZ, e l’altrettanto noto costituzionalista Massimo Villone, presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale. Ed è questa mancanza di comprensione e, soprattutto, di discussione nel dibattito pubblico nazionale, la ragione profonda dell’incontro-convegno “Autonomia Differenziata e Conoscenza” organizzato dalla FLC-CGIL di Foggia, insieme alla Rete Meridionalista “Carta di Venosa”, all’associazione professionale “PROTEO Fare Sapere” e all’ANPI, tenutosi lo scorso Lunedì 3 Aprile in città alla presenza dei due professori: diffondere la Conoscenza (da cui il doppio senso del titolo, rivolto anche agli effetti della AD sul mondo dell’istruzione) di quello che, con l’iter disegnato dalla Legge Calderoli, rischia di essere uno sconvolgimento epocale dell’idea stessa di Paese, con (nefasti) effetti diretti non solo sugli assetti istituzionali dello Stato italiano ma anche sulla stessa vita dei cittadini. Con il rischio evidente di creare, in territori diversi, servizi e opportunità di serie A (nelle regioni “differenziate”, che avranno l’opportunità prevista dalla legge Calderoli di integrare i propri servizi in una sorta di “Grande Nord”) e di serie B (nel resto del Paese). Anzi, di serie C, considerato che già oggi l’Italia marcia a velocità diverse, offrendo livelli di prestazioni e di infrastrutture fortemente disomogenei ai propri cittadini tra Nord e Sud.
A spiegarlo (molto bene e con dati inequivocabili alla mano) sono Giannola e Villone. Fra le altre cose, sottolinea il primo, “è in moto un meccanismo di distruzione del 40% del territorio nazionale, la cui sostanziale dismissione sarebbe certificata dalla Riforma, mettendo la pietra tombale su ogni vaga idea di riduzione della discrepanza Nord-Sud. Tanto che ci si chiede a cosa servirà mai il presidenzialismo sbandierato dalla Presidente del Consiglio se lo Stato va verso una perdita di sovranità”. Mentre, ricorda il secondo, “la Riforma cambierebbe per sempre il rapporto tra Regioni e Stato, dando la stura ad ogni sorta di egoismo localistico in maniera a tutta evidenza irreversibile: qualunque ulteriore modifica bisognerà farla con lo stesso procedimento e per cambiarla ci vorrà una nuova intesa. Basterà che una Regione si opponga per bloccare qualsiasi ritorno all’assetto originario.”
Ecco perché è importante ascoltare le tesi esposte con straordinaria chiarezza da Villone e Giannola (su Mitico Channel sono disponibili i video integrali dell’intero Convegno, suddiviso in due parti). Mobilitandosi per intervenire su quest’iter scellerato, anche attraverso la firma a favore della Legge di Iniziativa Popolare proposta dai due docenti per bloccare la strada verso l’Autonomia Differenziata (è possibile firmare qui).
Riprese e foto di Potito Chiummarulo