Quando le parole non bastano… Addio Giax

Non è mai facile raccontare la morte, farlo senza essere retorici. È ancora più difficile se ti riguarda da vicino, se ti colpisce direttamente. Giacinto Romondia, per tutti Giax, stamattina ha smesso di lottare in una stanza d’ospedale a San Giovanni Rotondo. Non solo era il gigante buono della Curva Nord – che gli ha dedicato parole struggenti e dolcissime – del suo amato Vecchio Regime, ma era un ultras rossonero davvero speciale. Mancherà a tutti. Intanto alla sua famiglia, la moglie, gli adorati figli e i parenti, la sua Vico, gli amici e i fratelli delle Curve rossonere, ma mancherà a tutto il tifo foggiano che oggi unanimemente lo commemora e a tutto il mondo ultrà che in ogni dove, e senza distinzioni di bandiera, lo ha dapprima incoraggiato con post e striscioni, per poi piangerlo come si piange una persona cara, cara a tutti.
Giacinto era orgogliosamente ultras, una condizione che rivendicava con fierezza. Legato al Foggia sin dal primo giorno che, ragazzino, arrivando dalla provincia, vide giocare i satanelli in Coppa Italia contro la Juve dalla Curva Sud dell’allora Regime Rossonero. Fu amore a prima vista per il Foggia, ma soprattutto per l’ardore, la passione del tifo organizzato. Da allora non ha più smesso di essere e di sentirsi ultras, dedicando gran parte del suo tempo libero (e non solo) a quello che per lui era un modo di vivere, una fede, tanto da aver sempre avuto il desiderio di scrivere un libro su quella che considerava un’esperienza di vita vissuta, da ricordare e da raccontare. Un desiderio che non riuscirà a portare a compimento.
È stato fra i protagonisti dell’Associazione “Basta Abusi”, che ha riunito tantissime Curve italiane, anche le più ideologicamente distanti, per combattere insieme gli stereotipi negativi sul tifo organizzato, gli eccessi repressivi e normativi.
Giacinto ha amato però anche tanto la sua terra, il suo paese, Vico, ed il Gargano, e si è molto prodigato nel sociale come volontario e, per lavoro, come autista soccorritore nella pubblica assistenza.
Avrei tanto ancora da scrivere su Giax, ricordi pubblici e privati, li custodirò nel mio cuore. Tuttavia Seneca scriveva: “Curae leves loquuntur, ingentes stupent!”. I grandi dolori ti rendono muto, e in certe circostanze le parole non bastano, non servono.
Addio Giacinto, gli uomini muoiono, l’esempio che lasciano resta, per sempre.