“Un compagno di squadra di Luigi che l’anno precedente era nel Cagliari e adesso è al Genoa lo chiama dicendogli: “Guarda che io lo so che tu l’anno scorso sentivi continuativamente i pezzi di Fabrizio. Uno in particolare “Preghiera in gennaio”. Guarda che adesso lo vedo spessissimo. Io quasi quasi gli chiedo se vi incontrate”. In condizioni normali Gigi Riva direbbe di no essendo molto schivo ma per Fabrizio De Andrè fa un’eccezione”. A raccontare tutto questo è lo storyteller di sport più conosciuto di questi tempi, Federico Buffa, nel pomeriggio di sabato in occasione dell’incontro con il pubblico in Sala Fedora al Teatro Giordano. Il giornalista milanese è in scena al teatro Giordano con “RIVADEANDRÈ – Amici fragili” con una doppia data: sabato 10 e domenica 11 dicembre. “Rivadeandrè” è uno spettacolo, di Marco Caronna e Federico Buffa, per la regia dello stesso Caronna, con Marco Caronna (voci e chitarre) e Alessandro Nidi (pianoforte e tastiere). La trama. È il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe vinto l’unico, storico scudetto. Gigi Riva va a trovare Fabrizio De André nella sua casa di Genova. Sembra un incontro tra due mondi lontani e invece, in mezzo ai silenzi, si snodano i punti di contatto: la Sardegna, il popolo della Sardegna, il mare, i colori, il rosso e il blu, uno del Cagliari, l’altro del Genoa, il pubblico che li segue religiosamente, il calcio, la musica, le canzoni. Quella “Preghiera in Gennaio” che Fabrizio scrive tornando dal funerale dell’amico Luigi Tenco. Gigi la ascolta ossessivamente e ne vuole parlare con chi quella preghiera l’ha scritta. Quando le parole diventano di troppo Fabrizio regala a Gigi la sua chitarra, Gigi regala a Fabrizio la sua maglia numero 11. I due si salutano, non si vedranno mai più. “Il silenzio è tecnicamente la loro seconda lingua madre. Sembra quasi che stiano destinando l’ordinario alle parole e lo straordinario ai loro silenzi” – chiosa Federico Buffa. Uno spettacolo assolutamente imperdibile che meritava sicuramente più pubblico. Platea quasi piena sabato sera, ma diversi erano i palchi vuoti del Giordano.