Ricordo di Giorgio Majoli, scomparso oggi

Veronese purosangue, arrivò nel 1964 nel Foggia appena promosso in serie A. Trovò un clima di grande euforia e fu uno degli acquisti fatti dalla società per rinforzare l’organico insieme a Micheli, Favalli, Micelli e Tagliavini. Fu accolto da don Oronzo Pugliese e dal bomber Vittorio Nocera e ha sempre detto che non gli sembrò mai di essere a 700 chilometri da casa. Lui conosceva già Nocera per averlo incontrato quando giocava nel Verona e poi come compagno di squadra nella Nazionale Interleghe di B. Majoli nei sette anni di permanenza a Foggia ha vestito 212 volte la maglia rossonera segnando anche 16 reti. Era un talentuoso mancino, di una tecnica raffinata e gli furono subito affidate le chiavi della cabina di regia. È per i primi tre anni in serie A è stato uno degli artefici del Foggia. . Soprannominato “Gamba di legno” o il ”professore” è stato uno dei beniamini di quell’indimenticabile formazione. L’ultima volta che l’ho sentito, poco più di un anno fa, mi raccontò un gustoso aneddoto avvenuto a Verona mentre lui era in una sala da barba. “Ero seduto e il barbiere mi stava tagliando i capelli. Si avvicinò a me un anziano signore e mi chiese timidamente se io fossi Giorgio Majoli, il calciatore. Alla mia risposta positiva gli si illuminarono gli occhi e mi abbracciò. Mi disse che era di Foggia e ricordava con affetto e riconoscenza per quello che avevo fatto in maglia rossonera”. Tutti ricordano la grande vittoria 3-2 del Foggia contro l’Inter di Herrera del 31 gennaio 1965, ma pochi avranno notato che nei tre gol dei Satanelli c’è stato lo zampino determinante proprio di Giorgio Majoli. Nel primo gol realizzato da Lazzotti, calciò la punizione a foglia morta respinta dalla traversa. Nei due gol di Nocera furono i suoi precisi passaggi a consentire al bomber di siglare la storica impresa dei ragazzi di Pugliese.

Nell’azione del raddoppio foggiano fu proprio Giorgio a lanciarlo in profondità sul lato sinistro nell’area interista. Tutti si aspettavano la sua solita sciabolata e invece che fece Nocera? Sbilanciò con una sterzata Picchi e Guarneri, la coppia centrale di difensori più forte al mondo, con un delizioso tocco di tacco si passò la palla sul destro e infilò il portiere di Vincenzo nell’angolo opposto con un tiro non potente ma angolato. Il terzo gol rossonero fu merito ugualmente del biondo veronese che servì Nocera poco fuori area. Il centravanti di Secondigliano si girò e lasciò partire un spaventosa sventola che mandò in visibilio lo Zaccheria consegnando alla storia rossonera quella partita.

Majoli era molto tecnico e usavo però quasi esclusivamente il piede sinistro: il destro gli serviva solo per stare in piedi o, come si diceva a quei tempi, per salire sul tram. Giocava molto di esterno e davo al pallone con il piede mancino un effetto particolare per rendere più preciso il passaggio e ingannare l’avversario. Qualche volta esagerava e i compagni lo rimproveravano simpaticamente per questo fatto. Nel primo anno di serie A, Majoli fu l’autore del gol della vittoriosa partita contro la Juventus (1-0). In serie B fu per qualche stagione il capitano della formazione foggiana. Tornò poi nella sua Verona, dove fece parte anche dello staff tecnico e del settore giovanile. Mi confidò poi di aver interrotto i rapporti con la società scaligera per incomprensioni e di non essere più andato allo stadio. Seguiva sempre il Foggia e al termine di ogni telefonata mi diceva “Foggia mi è rimasta nel cuore. Sette anni non si dimenticano. Forza Foggia”.
Grazie di tutto, Giorgio.

1 commento

  1. Apprendo con grande dolore della scomparsa di un rilevantissimo interprete di quel Foggia 1964/65 , che , da neopromossa, in un campionato di Serie A durissimo , seppe ritagliarsi una grande visibilità inanellando risultati di prestigio e sovvertendo ogni pronostico .
    Giorgio Majoli era dotato di raffinata tecnica e di intelligentissima visione di gioco .
    Con il suo elegante sinistro e con le sue invenzioni balistiche sarebbe ancora oggi una mezzala di grande classe in qualunque squadra di serie A .
    Con Nocera , Lazzotti , Favalli , Patino ( e a volte Gambino ) formo’ un attacco insidiosissimo e “italianissimo “( l’unico nell’anno 64/65 interamente italiano ) , che fece soffrire anche difese molto blasonate .
    Con grande affetto , aggiungo , che mio padre , Oronzo Pugliese , ne aveva grandissima stima di Giorgio come calciatore e come uomo .
    Alla famiglia vanno le mie più sentite condoglianze .
    Matteo Pugliese

Comments are closed.