“Emergenza Giustizia in Capitanata” martedì un convegno a palazzo Dogana. Agnusdei: “occorre colmare le distanze tra Stato e cittadino”.

Martedì 5 luglio prossimo si terrà al Palazzo Dogana in Foggia l’evento “Emergenza Giustizia in Capitanata: riflessioni sulla geografia giudiziaria”, organizzato dalla Provincia di Foggia e dal Comune di Cerignola (che ha istituito a tal riguardo una rete tra i Comuni della Provincia), con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Foggia e la collaborazione del Comitato Nazionale dei Tribunali Accorpati.
Con questo evento si intendono sollecitare interventi affinché si rivedano la presenza e la disposizione dei presidi giudiziari in Capitanata, obiettivo perseguibile solo se vi è convergenza politica ed istituzionale“, sono questi alcuni degli obiettivi della giornata di lavoro.

Abbiamo chiesto alcuni approfondimenti all’avvocato Giuseppe Agnusdei, tra i promotori e moderatore del convegno:

D. “Qual’è la situazione della “giustizia in Capitanata” e perché la necessità di questa giornata di approfondimento e confronto.

Avv. Agnusdei. “La quarta mafia è un caso nazionale, a detta di tutti gli esperti, a cominciare dal Procuratore Nazionale Antimafia, che ha effettuato più visite a Foggia per portare la sua attenzione al fenomeno.

Ne ha costituito piena conferma anche l’ultima visita in Foggia, lo scorso 17 gennaio 2022, del Ministro dell’Interno, alla presenza del Capo della Polizia, del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, del Comandante Generale della Guardia di Finanza, del Procuratore Nazionale Antimafia, al cui esito il Ministro ha comunicato l’invio di unità di Polizia Giudiziaria nella Provincia, ed ha anche affermato che la revisione delle circoscrizioni giudiziarie evidentemente va rivista, con specifico riferimento alla Capitanata, attesa l’esigenza di prevedere maggiori presenze di presidi di Giustizia in un territorio che ne è stato fortissimamente depauperato.

Gli eventi criminosi nella nostra provincia purtroppo continuano a susseguirsi senza che si abbiano segnali di inversione di tendenza, nonostante l’impegno sempre maggiore di magistratura e forze dell’ordine.

Vi è un serio problema di coscienza civica e di cultura della legalità da affrontare con decisione.

E, oltre alla esiziale prevenzione, vi è l’urgenza di dedicarsi alla repressione, grazie a un controllo del territorio che permetta allo Stato di garantire la sicurezza dei cittadini.

E se da più parti si segnala l’esigenza di interventi subitanei, qualcosa bisognerà pure che si faccia.

In Italia, ormai non da poco, alle tre Regioni che già erano nella morsa della criminalità organizzata, si è aggiunta la Puglia, soprattutto per ‘merito’ delle organizzazioni che operano nella Capitanata.

Quanto ai presidii di giustizia nelle zone “interessate” da mafia, camorra, n’drangheta, cioè Campania, Calabria e Sicilia, vi sono trentacinque Tribunali e otto Corti di Appello, e Dio sa quanto siano necessari quegli uffici giudiziari e vi sia bisogno di implementarli!

Figuriamoci quanto ve ne sia bisogno nel Nord della Puglia, la Capitanata, dove insiste, con settecentomila abitanti e settemiladuecento chilometri quadrati, un solo Tribunale, dopo la drastica riduzione degli uffici voluta dalla riforma della geografia giudiziaria, con conseguente chiusura – ed accorpamento a Foggia -, del Tribunale di Lucera e delle Sezioni Distaccate di Tribunale che avevano sede in Apricena, Cerignola, Manfredonia, San Severo, Rodi Garganico e Trinitapoli.

Il passaggio, nella nostra Provincia, da otto uffici giudiziari ad uno solo, ha comportato un danno incommensurabile al territorio ed al suo tessuto sociale, oltre che economico.

Le distanze (non solo logistiche) da colmare ogni qualvolta vi è l’esigenza di ricorrere alla giustizia sono enormi, la lontananza dello Stato e delle sue Istituzioni dal cittadino si avverte pesantemente”.

D. Cosa serve quindi a suo avviso per un cambio di passo? Quali le priorità?

Avv. Agnusdei: Ci vuole una decisa svolta.

La Capitanata, da cui proviene la metà dei procedimenti sia civili sia penali della Corte di Appello di appartenenza, ha pieno diritto di vedersi quanto meno trattata alla stessa stregua di tutti gli altri territori italiani, se non di più, in considerazione, per l’appunto, della presenza sempre più opprimente della criminalità.

Un altro Tribunale, una Sezione Distaccata di Tribunale, una Sezione Distaccata di Corte di Appello, l’Articolazione di Direzione Distrettuale Antimafia e Distaccamenti di Polizia Giudiziaria di promanazione distrettuale, dovrebbero costituire l’ordinario “ombrello” statale sulla serenità della comunità dauna.

La distribuzione di tali Uffici sul territorio della Provincia di Foggia (non solo in Foggia, pertanto, ma anche nel resto della Capitanata, vale a dire Tavoliere, Gargano, Subappennino, con la possibilità di utilizzo di strutture edilizie già in essere e poco o nulla costose per lo Stato) garantirebbe una più agevole ed efficace azione di contrasto avverso forme di illegalità che mettono in ginocchio una economia già in estrema difficoltà.

L’azione unitaria verso l’obiettivo in argomento, da parte della Politica, delle Istituzioni, delle Amministrazioni, delle Categorie imprenditoriali e professionali, della Società Civile, diviene essenziale e non più procrastinabile”.