La Capitanata sostiene Lazzaro D’Auria nel suo impegno antiracket: il lungo applauso e l’abbraccio che emoziona

Un lungo e sentito applauso accoglie oggi pomeriggio Lazzaro D’Auria, l’imprenditore che da anni si è opposto alla mafia foggiana denunciando le esose richieste di pizzo ricevute e che nei giorni scorsi era stato vittima di due diversi attentati intimidatori presso due delle sue aziende agricole.

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Un applauso che avvolge ed emoziona lo stesso Lazzaro D’Auria che nel prendere la parola trattiene a stento le lacrime. “Un agricoltore che inizia con la piantagione della barbatella per un vigneto e la porta avanti per 4 anni, con il sudore del suo lavoro, e la vede abbattuta perché non vuole riconoscere 1 euro al “guardiano” di zona, ha perso un figlio, non un semplice vigneto, perché quell’agricoltore ha cresciuta quella vigna con amore. Molte volte ha dedicato più tempo a quella vigna o uliveto o campo di pomodori o di grano di quanto non ne abbia dedicato ai figli e alla famiglia. Chi si è ribellato non ha potuto raccogliere, chi non si è ribellato ha dovuto dare una fetta del proprio lavoro e darlo a questi signori. Non è giusto. Bisogna denunciare, lo Stato ha bisogno delle denunce perché in questa Provincia le denunce sono forse uno o due decimi dei casi che realmente avvengono. Occorre l’azione degli imprenditori per togliere questa malerba che ammorba questo territorio. Vedo tanti agricoltori in sala, un pò meno imprenditori di altri rami, mi auguro che anche chi manca oggi si aggreghi a noi per combattere questo male che attanaglia la Provincia di Foggia“.

Alcuni degli interventi

Tano Grasso (Presidente onorario Federazione associazioni antiracket): “In Italia, nella percezione pubblica, siamo portati a pensare che il pizzo sia un fenomeno che riguarda prevalentemente i commercianti, gli artigiani e le imprese. Nella Provincia di Foggia il fenomeno estortivo si rivolge anche alla agricoltura che è colpita anche più duramente delle altre categorie. Proteggere un negozio è facile ma come si fa a proteggere migliaia di ettari. Qui stiamo parlando di decine di migliaia di euro che da queste campagne entrano nelle tasche della mafia foggiana. Le cifre di cui parliamo sono enormi.

Quando si scopre che si paga un pizzo nelle campagne? Quando qualcuno, come Lazzaro, inizia ad opporsi e a reagire alla richiesta estorsiva. Gli attentati vogliono bloccare questo processo di denuncia e noi siamo qui oggi, con una sala strapiena, a testimoniare non solo solidarietà a Lazzaro D’Auria, ma anche la volontà di fare “muro” insieme alle istituzioni, contro queste richieste estortive.

Daniela Marcone (Vice presidente Libera): ” In questa terra abbiamo diritto a vivere una vita normale, a guardare con serenità la bellezza di questa terra. Spesso ci viene detto che qui non si vive bene che la nostra città è la più brutta, noi ci restiamo male e ci soffriamo perché noi viviamo questa realtà giorno per giorno. Lazzaro ha scelto di vivere e di investire qui. Mi sono chiesta cosa possiamo fare noi per sostenere chi come Lazzaro vive e opera nel nostro territorio. Mi piace pensare che anche le persone che non ci sono più Giovanni Panunzio, Nicola Giuffreda, mio padre, i fratelli Luciani che hanno lottato per i diritti sarebbero qui oggi. Noi familiari delle vittime di mafia ci siamo dette che dobbiamo abbracciare chi oggi si batte e non può essere la vittima di oggi delle mafie. Non ci possiamo più permettere “vittime vive”.

Luigi Ferrucci (Presidente nazionale F.A.I): “Grazie alle leggi dello Stato gli imprenditori che hanno denunciato e hanno subito attentati e azioni intimidatorie possono essere risarciti. Occorrono tempi significativamente più veloci per questi processi. Si può denunciare perchè lo Stato c’è e noi, come associazioni, siamo sempre al fianco di chi denuncia. Dobbiamo stigmatizzare il comportamento di chi non denuncia perchè oggi ci sono tutti gli strumenti per poterlo fare“.

Pino Aprile (M24A): “Volevo condividere con voi una domanda che mi sono fatto: E se lo chiedessero a me il pizzo? Non basta essere CON Lazzaro D’Auria, come siamo qui oggi, noi dobbiamo essere COME Lazzaro. Noi riusciremo a vincere solo quando ognuno di noi oltre a essere CON sarà COME Lazzaro.

Giuseppe Chiappinelli (Buon Samaritano): “Fare la cosa giusta è un atto di coraggio, cosa possiamo fare per incoraggiare le persone a denunciare. Abbiamo pensato di unire le forze delle associazioni del nostro territorio per lavorare insieme per ottimizzare gli sforzi di ognuno di noi. Lavorare insieme, fare rete tra tutte le associazioni del sociale che si occupano di mafia e usura e non solo. Creare un Osservatorio permanete al fine di individuare e conoscere meglio i problemi che attanagliano gli operatori economici del territorio per poi passare all’azione“.

Grazie a Marco D’Alessandro per la collaborazione fornita