Il Veneto tuona: abbandonare i LEP, bisogna ritornare alla Spesa Storica

Non si è nemmeno spento l’eco delle parole pronunciate dal premier Draghi a Napoli “Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale‘, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni” che al Nord, versante Veneto, ci si affretta a fare fronte comune e a precisare che di sviluppo del Sud non è proprio il caso di parlarne.

Con un tempismo perfetto e quindi sospetto, (il discorso di Draghi era del 29 marzo), il 1 aprile sul Corriere Veneto è pubblicato un articolo di Martina Zambon che titola “Autonomia, addio ai Lep. Si torna alla spesa storica” in cui si annuncia che “i Lep torneranno in soffitta“. “Sono stati un’araba fenice e ora, pare di capire, torneranno in soffitta” annuncia la Zambon. “La Bicamerale sta chiudendo il dossier (per l’Autonomia ndr) e il trio lombardo-veneto-emiliano si ricompatta“.

Questa rivoluzione copernicana (i Lep appunto, ndr) che ha base costituzionale prevederebbe un esborso da parte dello Stato verso le regioni del Sud, già beneficiarie di quel 40% di quote blindate nei bandi del PNRR, e al momento non è ipotizzabile” sentenzia senza mezzi termini l’articolo.

A rincarare la dose, sempre il 1 aprile una intervista alla senatrice Stefani della Lega, invoca a gran voce l’Autonomia differenziata (il video dell’intervista lo puoi vedere in basso).

Cosa sono i LEP e perchè fanno paura al Nord

I Livelli Essenziali di Prestazione si riferiscono ai servizi essenziali, connessi a diritti civili e sociali, che devono essere garantiti in maniera equa su tutto il territorio nazionale. Dal 2001 sono previsti dalla costituzione, che assegna allo stato il compito di definirli. In buona sostanza se lo stato definisce un livello essenziale delle prestazioni, deve anche garantire a comuni, province, città metropolitane e regioni le risorse sufficienti per poterli erogare

La stessa Ministra per il Sud Mara Carfagna, in un convegno svoltosi il 19 maggio dello scorso anno, aveva spiegato come mai al Sud arrivano meno fondi di quanto sarebbe necessario (l’articolo in cui ne parlavamo lo puoi leggere qui) : “lo scippo di risorse (al Sud) c’è e si consuma sulla spesa ordinaria, perché per troppi anni in mancanza della definizione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), in assenza quindi della attuazione di una disposizione costituzionale che risale a venti anni fa, la redistribuzione delle risorse nazionali per scuola, asili nido, sanità, trasporti, si è fondata su criteri di riparto che hanno privilegiato la spesa storica. Questo criterio penalizza le regioni del Mezzogiorno perché è chiaro che se dai cento ha chi ha già cento, perché magari quel territorio ha una capacità fiscale maggiore, e viceversa dai zero a un territorio che ha zero perché più povero, quest’ultimo non potrà mai finanziare quei servizi”.

nel PNRR è stata indicata la definizione dei LEP come un obiettivo ed una priorità da attuare. – continuava la Ministra. Mi sono battuta tanto per inserire la questione dei LEP all’interno del PNRR perché quella è la madre di tutte le battaglie. … io auspico nel giro di 5 anni, la definizione dei LEP partendo da quelli per gli asili nido e per gli assistenti sociali”.

E’ quindi la stessa Ministra a riconoscere l’importanza fondamentale della definizione del LEP per un discorso di equità territoriale, tanto da definirla (alla buon’ora) la madre di tutte le battaglie.

Autonomia differenziata e Lep

Il 28 febbraio 2018, Fontana (presidente della Lombardia), Bonaccini (presidente Emilia Romagna) e il presidente veneto Zaia firmarono tre diversi accordi per l’autonomia differenziata con il presidente del Consiglio Gentiloni, per ottenere la delega su nuove materie, e, soprattutto, per trattenere i tributi dei loro cittadini presso i propri territori e non devolvere tali tributi allo Stato (in barba al principio di sussidiarietà).

In che modo Lep e la richiesta di Autonomia differenziata si legano tra di loro?

Nell’audizione presso la Corte dei Conti sull’attuazione dell’Autonomia differenziata svoltasi il 4 giugno 2021 si legge a pagina 11 (il documento completo lo trovi qui) “… Il conseguimento dell’autonomia differenziata (deve avvenire) all’interno di un quadro di riferimento unitario e cooperativo, se da una parte rimanda alla necessaria definizione dei LEP, dall’altra rinvia alla necessità di realizzare una completa perequazione infrastrutturale, necessaria non solo per colmare le carenze di molte Regioni, in particolare del sud, ma anche all’interno delle Regioni più sviluppate, dove talvolta convivono situazioni di marginalità”.

In sintesi per poter parlare di Autonomia differenziata bisogna prima avere definito i Lep, altrimenti aumenteranno le differenze tra Regioni e, all’interno delle Regioni, tra singoli territori.

E’ quindi chiaro dove si vuole arrivare: archiviare i Lep, ritornare al criterio della spesa storica, correre a vele spiegate verso una maggiore Autonomia delle regioni.

Il Sud è avvisato!

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https://www.pressreader.com/italy/corriere-di-verona/20220401/281496459798832