Draghi: “Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale'”

Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale’, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese”. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio”. Lo ha detto il premier Mario Draghi durante la presentazione del patto per Napoli.

Quindi esiste una “questione meridionale” o sarebbe più giusto e storicamente corretto dire “continua ad esistere una questione meridionale“. Perchè è da quando si è realizzata l’Unità d’Italia che se ne parla ed è sotto gli occhi (miopi) della nostra classe politica.

Ora lo certifica (nuovamente) anche il Premier Draghi che indica anche una possibile via di soluzione.

I finanziamenti pubblici sono una condizione necessaria, non sufficiente, per il rilancio del Sud. Il PNRR richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa. Il piano va completato entro il 2026. Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri, a molti, fondi europei“, ha spiegato Draghi.
I Comuni sono al centro della prospettiva di sviluppo che abbiamo per l’Italia, il Governo vuole metterli in condizione di poter programmare con maggiore serenità la crescita delle loro comunità. Il Patto per Napoli coincide con il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno“.

I finanziamenti del PNRR sono condizione necessaria ma non sufficiente per risollevare l’economia del meridione e i Comuni sono il motore dello sviluppo, dice, in sintesi, Draghi.

Benissimo, occorrerebbe però capire come mai sono stati destinati al Sud solo il 40% dei finanziamenti messi a disposizione da Bruxelles (secondo alcuni economisti in realtà ne arriveranno molti meno), che invece aveva indicato in oltre il 70% la somma da destinare al Sud Italia. Peraltro non mancano i reiterati tentativi da parte di Sindaci e politici del Nord di rimettere in discussione l’allocazione dei fondi del PNRR adducendo la guerra in Ucraina come scusa per rimescolare le carte e tentare un colpo di coda e “allungare ulteriormente le mani” sui soldi del PNRR.

Inoltre manca presso i Comuni del Sud (specie nei piccoli Comuni) il personale necessario a formulare e gestire i progetti del PNRR e i concorsi promossi dal Ministro Brunetta per arruolare nuovi “tecnici” si sono rivelati clamori Flop.


“Adesso tocca a noi dimostrare che siamo all’altezza della sfida, come istituzione e come cittadini con la consapevolezza di non essere più soli e con la certezza di riprenderci il posto che meritiamo”, così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in risposta a Draghi.

“Speriamo che (il Sud) me la cavo”, parafrasando il titolo del famoso libro!