Caro-carburante, lunedì si ferma l’autotrasporto? Quali conseguenze

Salvo decisioni dell’ultim’ora assunte dalla Commissione nazionale di garanzia, lunedì sarà previsto un nuovo sciopero da parte degli autotrasportatori italiani per protestare contro l’impennata dei prezzi del carburante, l’esplosione dei costi di benzina e diesel ha toccato nelle ultime ore i massimi storici, lambendo i 2,4 euro per litro. Nel caso in cui venisse confermato lo stop al trasporto si prevederebbe una settimana complicata dal punto di vista delle consegne con conseguenze imprevedibili per tutti, tanto più perché alla protesta nazionale annunciata dai camionisti si aggiungerebbe a quella dei titolari di pompe di benzina, una protesta che non deve tuttavia allarmare gli automobilisti considerando che avverrebbe solo nelle ore notturne ed a chiudere sarebbero esclusivamente gli impianti self service.

Per Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, intervistato dai colleghi di fanpage.it, anche l’associazione dei gestori delle pompe di benzina hanno da dire la loro poichè “Nonostante l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio, il ricavo dei benzinai rimane fisso: circa 3 centesimi e mezzo al litro. In compenso, i litri erogati diminuiscono a causa dell’incremento dei prezzi e i costi di gestione aumentano”. L’aumento medio delle bollette elettriche per i benzinai, secondo Nettis, “è del 135%; in un anno sarebbero 10.000 euro in più per ciascun un impianto. Così si mette a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese. Siamo coscienti che la nostra decisione potrà comportare qualche disagio per i consumatori, ma siamo anche convinti di avere la loro solidarietà, perché noi e loro siamo ugualmente vittime di questa situazione”.

Nell’annunciare la sospensione dei servizi delle aziende di autotrasporto a livello nazionale per cause di forza maggiore, la sigla Trasportounito (Associazione Nazionale Autotrasportatori Professionali) ha precisato che questa astensione a tempo indeterminato non è un vero e proprio sciopero ma “un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore. La sospensione dei servizi si è resa inevitabile”, si legge, “anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti”.

QUALI CONSEGUENZE PER I CITTADINI?

Secondo il Codacons (l’associazione a tutela dei consumatori), “lo sciopero e le altre proteste annunciate nel comparto dei trasporti potrebbero portare nell’immediato a un’ulteriore grave impennata dei prezzi al dettaglio. Il blocco dell’autotrasporto – spiega l’associazione dei consumatori – avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e causando un aumento dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati. Una conseguenza del resto inevitabile considerato che l’85% delle merce venduta in Italia viaggia su gomma, e l’ennesimo danno per i cittadini, anche loro toccati come le imprese dal caro-carburante. La sospensione delle consegne per il caro-benzina si aggiungerebbe al blocco delle importazioni da Ucraina e Russia che già minaccia la filiera agroalimentare: arrivano infatti le prime segnalazioni di razionamento nei negozi su farina, zucchero e olio di semi di girasole”.

PREZZI CARBURANTE ALLE STELLE: COSA FARE?

Tra le proposte messe sul tavolo a seguito del caro-carburante c’è quella dell’associazione U.Di.Con (Unione per la Difesa dei Consumatori) che suggerisce di “sospendere le accise ed eliminare l’IVA sui carburanti, che impattano sul prezzo alla pompa per circa il 55%”.  Inoltre, continua l’U.Di.Con, “si potrebbero defiscalizzare tutti i beni di prima necessità interessati agli aumenti dei prezzi, così da evitare ulteriori aggravi di spesa per i consumatori”.