Ancora sangue e violenza nel carcere di Foggia ai danni della Polizia Penitenziaria. Ieri, a 2 anni esatti dalla rivolta dei detenuti dalle carceri italiane (9 marzo 2020), che portò all’evasione di ben 72 detenuti dalla Casa Circondariale di Foggia, un altro drammatico episodio viene raccontato dalle cronache nazionali. Ieri mattina, presso il reparto psichiatrico presente all’interno della struttura carceraria di Foggia, un detenuto di origini ghanesi ha letteralmente divelto il letto della sua stanza di detenzione e con la spalliera in ferro ha aggredito con inaudita violenza un poliziotto penitenziario in servizio, procurandogli una ferita lacero contusa alla testa (con 10 punti di sutura) medicata presso il nosocomio cittadino.
Sul piede di guerra adesso è tutto l’apparato della Polizia Penitenziaria che con l’Osapp, all’indomani della manifestazione di protesta tenutasi lunedì scorso, denuncia con forza – e ancora una volta – l’ennesimo episodio frutto di una emergenza che si protrae ormai da troppo tempo e che riguarda la carenza di organico ed il mancato intervento della politica e di una riforma ad hoc sul sistema penitenziario italiano.
“Per l’ennesima volta osserviamo il grave disagio che vive la struttura foggiana – specchio del sistema penitenziario in Puglia – e di come le condizioni di lavoro degli uomini e delle donne del personale di Polizia Penitenziaria siano diventate disumane e fuori da ogni logica. Giorno dopo giorno”, tuona il segretario nazionale aggiunto Osapp Pasquale Montesano “si verificano episodi di violenza ai danni degli operatori. Siamo stanchi di restare inascoltati, ora più che mai si sta inasprendo un gravissimo disagio lavorativo di tutti gli addetti ai lavori, in particolare coloro che operano nelle sezioni carcerarie a contatto con i detenuti”.
Una denuncia fatta a più riprese da Montesano che già un anno fa annunciava ai nostri microfoni la totale assenza di uomini, mezzi con conseguenti aggressioni, ferimenti ed eventi critici ritenuti dal Sindacato frutto “delle scelte scellerate dei governi precedenti e di quello attuale con i ministri della Giustizia e capi del D.A.P, ormai non più in grado restituire dignità e decoro lavorativo agli uomini e alle donne della Polizia Penitenziaria, con particolare riferimento a quelle di Napoli, Avellino, Santa Maria Capua Vetere e di tutte le strutture pugliesi, dove le carceri versano in situazioni drammatiche”.
La carenza di organico, la fatiscenza delle strutture, unita all’assenza di adeguati corsi di aggiornamento e formazione, ma anche la carenza del vestiario, l’assenza e la mancata copertura dei ruoli di comando e direzione del sito Dauno (ndr a Foggia posto vacante da due anni di un comandante fisso) sono al centro della denuncia dell’Osapp. I disagi crescono in maniera esponenziale “mentre aumentano gli eventi critici come: aggressioni, risse, spaccio di sostanze stupefacenti, introduzione di cellulari, evasioni, gestione di detenuti psichiatrici e continui tentativi della criminalità organizzata a destabilizzare un sistema già debole”, precisa il Sindacato autonomo. Le ragioni di tali condizioni sono molteplici e risiedono in primo luogo nella particolare tipologia della popolazione detenuta nelle strutture, su cui pesa soprattutto la fitta presenza della criminalità organizzata (particolarmente attiva e cruenta in Puglia, con Foggia tra i territori più a rischio).
“Quest’ultimo episodio è la prova tangibile di come le carceri nostrane continuino a rappresentare una vera e propria emergenza sociale e di quanto minino la sicurezza e persino la libertà delle istituzioni democratiche. Il continuo attacco agli operatori dello Stato, esposti peraltro a denunce e inchieste non sempre giustificate, sono la sintomatologia più evidente di un’organizzazione inefficace e a lunghi tratti fallimentare che non riesce minimamente a fare in modo che la pena possa assolvere alle funzioni ad essa assegnate dalla Carta costituzionale”.
Nello sfogo di Montesano un richiamo forte alle Istituzioni, al Governo, al Ministero della Giustizia ed ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP). “A Foggia ormai da troppo tempo si assiste all’abbandono e al disinteresse da parte dell’amministrazione Centrale e Regionale. Loro hanno grosse responsabilità. Il tempo delle attese e delle promesse è finito da un pezzo – chiude il Segretario Aggiunto Osapp – la politica, il Ministro Cartabia, il capo del DAP (quando ci sarà), la direzione generale e il provveditorato Puglia sono responsabili di ciò che accade agli uomini e alle donne della Polizia Penitenziaria in Puglia e in particolare a Foggia”.