Dedicato a tutte le donne, di Luigi Manuppelli

Nel giorno in cui il mondo intero celebra la giornata dedicata alle donne ed i loro diritti, riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro affezionato lettore: Luigi Manuppelli, meglio conosciuto al pubblico di Mitico Channel come “Luigi da Trento”. Parole delicate e significative che emozionano e rimandano al ricordo di una nostra indimenticata amica e poetessa, Rosanna Spezzati. Anche a lei, in questo giorno così importante, vada il nostro pensiero.

Dedicato a tutte le donne, di Luigi Manuppelli

“L’otto marzo non è la festa della donna, ma quella dell’uomo che deve riflettere, pensare, essere grato. Non si celebra il giorno del fiore più profumato, ma si deve capire che un petalo calpestato, un gambo senza vita, non emana più alcun effluvio. Le mimose devono restare sui rami per rappresentare i diamanti preziosi che si devono ammirare per prendere consapevolezza dei gesti da evitare, delle parole da non pronunciare, dei silenzi da non creare, dei conflitti da scongiurare oppure affrontare per risolverli. Quando si spegne un sorriso e si graffia l’anima, nulla è più come prima; quando accartocci un foglio e poi cerchi di ricomporlo, le pieghe restano nell’intimo. Le scuse non servono, non leniscono la sofferenza, non cancellano le lacrime. Un’opera d’arte si contempla, un tramonto commuove, un amore ti ammalia, un panorama ti incanta. Deturpare un dipinto della natura, uno spettacolo che ci è stato donato, una persona che ama solo te, non è perdonabile: un capolavoro non si maltratta, si adora. Nel rispetto di una sensazione travolgente che ti è stata regalata dal Destino. E se non sei capace di comprendere e accettare questa meraviglia, non scalfirla; se non provi riconoscenza per una emozione così vera, allontanati dallo stupore che lascia nel cuore un bacio improvviso. Il vento non ti restituirà mai l’armonia di un abbraccio, ma ti sfiorerà il viso, illudendoti che sia una carezza. E se proverai a raccoglierla, ti sfuggirà, rifugiandosi nella tempesta della tua anima. In un grido chiamato rimorso”.