Foggia: è una questione di amalgama… di nuovo

Una storia già vissuta. Il Foggia è tornato a combattere con i fantasmi del suo passato. Un periodo apparentemente perso nel tempo, ma che in realtà è sopravvissuto all’ombra di un campionato che ha raccontato una storia tutt’altro che infelice… almeno fino ad oggi. 

Il girone di andata è ormai alle spalle, ma quello raccolto dai rossoneri è andato ben oltre le più rosee aspettative. Del resto la campagna acquisti di inizio anno aveva fatto storcere il naso ai più, compreso lo stesso allenatore. “Al mercato dò 6 ma spero che diventi un 9”, così all’alba della stagione, il tecnico boemo aveva commentato l’operato del d.s. Peppino Pavone. 

Un voto quasi simbolico, figlio di un lavoro ancora tutto da svolgere, ma che il tempo ha sicuramente trasformato in qualcosa di più sostanzioso. Nulla che si avvicini al 9 certo, ma quell’aggettivo utilizzato da Sdengo nel post gara col Monterosi (1-1) ha certamente dato un valore aggiunto a quanto di buono fatto dalla sua squadra fino a quel momento. Un lavoro da lui definito “miracoloso”. Il riassunto perfetto di un cammino intenso e redditizio.

Una parola rimasta incastonata anche nell’immaginario collettivo rossonero, tanto da lasciare quasi in secondo piano il magro pareggio conquistato. Era il 22 dicembre 2021: la prima giornata di ritorno del campionato. Poco più di quattro mesi dal precedente incontro con i laziali: 28 agosto 2021. Una sfida che oggi ha assunto i contorni di un improvviso ritorno al passato. Nella vigilia di quella gara Zeman aveva commentato così il momento rossonero: “Dobbiamo migliorare tanto. La squadra è stata costruita in momenti differenti. Alcuni ragazzi sono arrivati una settimana fa e altri sono con noi da inizio ritiro. Quindi è necessario trovare l’amalgama. Un qualcosa che non si compra, ma bisogna creare tra noi e tra i giocatori”.

Parole drammaticamente attuali e che hanno rigettato la squadra in una realtà quasi paradossale. Del resto nessuno avrebbe mai immaginato che il Foggia si ritrovasse in questa situazione all’alba del nuovo anno. Una convinzione che ha toccato quasi l’intero popolo rossonero e che inevitabilmente oggi si è trovato a fare i conti con una frustrazione quasi cronica. Una conseguenza figlia di un passo indietro considerevole, ma che sembra trovare parziali connessioni del suo presente, proprio con quelle famose dichiarazioni del tecnico boemo. Dal ritiro estivo alla lunga pausa causata dal covid-19. Tempi utili per affinare i dettami tattici di squadra e individuali. Poi il mercato spezzettato che ha caratterizzato entrambe le sessioni e il mantra della stagione rossonera “dobbiamo migliorare” che continua a battere anche sulle difficoltà odierne. Il tutto rilegato dalla lunga lista di infortunati e contagiati.

I satanelli sembrano così ritornati al punto di partenza. Una percezione o poco più, sia chiaro. Perché oggi, la squadra rossonera è forte di un bagaglio d’esperienza che non può far altro che aiutarla in questa fase così delicata. Un’arma fondamentale che deve cercare di colpire il principale avversario dell’attuale Foggia: il tempo. L’ostacolo più ostico di una fase delicatissima del campionato e messa a dura prova dal tour de force di febbraio. Insomma, la ciurma rossonera deve affrontare anche il frenetico ticchettio dell’orologio stagionale. Un rivale che può essere rallentato solo da una vittoria scacciapensieri, possibilmente già col Messina. In attesa di un’amalgama che ritorni a compattare una squadra in difficoltà.