Insieme a tutta la comunità accademica di Foggia si è chiusa la giornata dedicata alla legalità che ha visto la presenza della Ministra degli Interni Luciana Lamorgese, ieri pomeriggio, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Studi Umanistici della Università di Foggia per l’ultima tappa dopo il lungo vertice in Prefettura.
All’incontro della Ministra, presieduto dal Rettore Pierpaolo Limone, i rappresentanti delle istituzioni locali e numerose associazioni territoriali, in prima linea per la tutela della legalità.
“Siamo stati onorati di ospitare la Ministra Lamorgese in un momento così delicato e complesso quale quello che stiamo vivendo in Capitanata”, ha dichiarato il Rettore della Università di Foggia Pierpaolo Limone. “Le forze dell’ordine, con le quali abbiamo nel tempo stabilito una importante collaborazione, stanno facendo un egregio e massiccio lavoro sul territorio e noi vogliamo essere al fianco delle istituzioni svolgendo il ruolo che ci compete: la formazione delle coscienze, la responsabilità, l’etica e l’impegno civile delle future generazioni. La lotta contro le mafie e a favore della legalità si vince insieme e gli studenti rappresentano uno snodo fondamentale per il felice esito di questo processo. Il proficuo e continuo scambio tra le istituzioni, inoltre, non può che favorire un’evoluzione che speriamo di riscontrare a medio termine”.
“Lo Stato, in questi ultimi anni, ha fatto tanto, tantissimo, impegnando figure altamente qualificate e competenti, a servizio di un territorio contaminato dalle metastasi della criminalità”, ha dichiarato l’ingegner Pippo Cavaliere, oggi membro del Comitato Nazionale di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura. L’ex presidente della Fondazione antiusura Buon Sammaritano, presente all’incontro con la Ministra, ha accolto con entusiasmo la costituzione dell’Associazione Antiracket Aurelio e Luigi Luciani, i due fratelli, vittime innocenti della mafia garganica, uccisi nelle campagne di San Marco in Lamis nell’agosto di cinque anni fa.
Per Cavaliere “la nascita della Associazione costituisce un grande salto di qualità nella risposta della società civile, che si unisce alla determinazione mostrata dalla Squadra Stato in tutte le sue articolazioni. L’impegno dello Stato non deve, tuttavia, farci dimenticare altri importanti aspetti della battaglia per la legalità. Pippo Cavaliere sottolinea l’importanza della presenza dello Stato sul territorio che si deve concretizzare, non solo attraverso le inchieste, ma con una più efficace giurisdizione. Tra le azioni da attuare nella lotta alla criminalità: la necessità di rivedere la geografia giudiziaria nel distretto di Capitanata. “L’idea che un unico Tribunale possa servire l’intera popolazione della provincia di Foggia, senza un presidio di giustizia minorile e altri importanti istituti, si traduce nei fatti in un impoverimento dei diritti di tutti i cittadini. La vicinanza dello Stato deve vedersi anche in questo, e sono lieto che la ministra Lamorgese abbia mostrato di comprendere l’esigenza di una migliore e più robusta presenza degli uffici giudiziari in Capitanata, anche correggendo precedenti scelte prese all’insegna della spending review. È importante che le nostre rappresentanze parlamentari e governative, indipendentemente dall’appartenenza politica, si facciano carico di questa battaglia, in cui lo Stato ha mostrato di comprenderne l’importanza”, ha concluso.
Nella giornata di ieri, segnata dall’accorato e commovente intervento di Arcangela Petrucci, moglie di uno dei due agricoltori uccisi dalla mafia garganica nel 2017, l’invito a denunciare. “Un giorno memorabile per Foggia”, così il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, che è intervenuto nella grande sala della Prefettura di Foggia dinanzi ai vertici nazionali e locali della magistratura e delle forze dell’ordine.
Lo Stato c’è e ci sarà, questo il monito che riecheggiava ieri. Una lunga giornata, scandita dai dati allarmanti in fatto di criminalità che insistono sul territorio e che, come ha sottolineato la presidente della sezione locale di “Libera“, Daniela Marcone, sono quasi sempre accompagnati da “silenzio e solitudine”.
Oggi il territorio torna a farsi coraggio e reclama la presenza di uno Stato in cui avere fiducia. Chiede un cambio di passo, un mutamento radicale, misure repressive e azioni congiunte, ma chiede anche l’impegno delle Istituzioni ad intervenire su necessità e bisogni generati da assenza di lavoro, carenza di infrastrutture, povertà. Condizioni emergenziali strettamente legate alla presenza della criminalità sul territorio.