“Caro Marcello, caro Fedele, è stata davvero una bella mattinata nella quale alcuni ‘vecchietti arzilli’, come quelli di Cocoon, hanno ritrovato il gusto del sogno”. E’ l’incipit della ormai famosa lettera che Denis Verdini ha scritto a Marcello Dell’Utri e a Fedele Confalonieri, per illustrare quella che, a suo avviso, è la strategia che il centrodestra dovrà adottare per l’elezione del Presidente della Repubblica, la cui prima votazione è prevista per il prossimo lunedì 24 gennaio.
L’ex senatore Denis Verdini è stato condannato a sei anni di reclusione dalla Cassazione nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino. Estinta per prescrizione la parte della condanna, pari a quattro mesi per la truffa sui fondi dell’editoria. Attualmente è agli arresti domiciliari nella sua casa fiorentina
“In trent’anni – osserva Verdini nella sua missiva – il centrodestra mai è stato così vicino, nei numeri, a poter conseguire un risultato che mai ha ottenuto” e Silvio Berlusconi “ha la legittima ambizione di coronare il suo straordinario percorso. Nessuno nel centro-destra può negargli questa opportunità”.
I consigli riguardano la possibilità di identificare i voti “assegnando a costoro una ‘firma’ riconoscibile”. In questo modo, continua Verdini si “passa dai numeri garantiti da sedicenti portatori di voti, ai nomi“. “Ciascun gruppo politico del centro-destra dovrebbe quindi farsi riconoscere scrivendo le schede col nome di Berlusconi in modi differenti“, e l’obiettivo è di limitare così l’azione dei franchi tiratori.
“Se ciò sfortunatamente non dovesse accadere – continua Verdini – Silvio deve permettere a Salvini (il gruppo di grandi elettori più grande del centrodestra) di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio“.
“In altre parole togliere tutto il chiacchiericcio dai giornali sul fatto che Berlusconi, dopo un eventuale esito negativo della quarta votazione, a quel punto potrebbe scegliere di spaccare il centrodestra votando Draghi, Amato o chissà chi altro“.
Quello che Verdini vuole evitare, nel caso di “sfortunata” debacle della candidatura del Cavaliere è che la destra possa spaccarsi e implodere e la sinistra – PD e M5S – ottenerne un vantaggio. Inoltre l’ex senatore attribuisce al cognato (Salvini) il ruolo di grande burattinaio nel caso di insuccesso da parte di Berlusconi.
La storia della politica italiana si arricchisce di un nuovo capitolo nel genere “lettere dal carcere“. Ai nomi di Gramsci, di Pellico, di Pavese, di Spinelli – l’elenco sarebbe lunghissimo e mi fermo – si aggiunge quello di Denis Verdini (seppur ai domiciliari).
Ogni tempo ha i suoi testimoni, la contemporaneità non può offrici di meglio.
Mi viene il vomito al pensiero che Berlusconi possa essere eletto Presidente. SOLO IN ITALIA QUESTO SCHIFO