La giornata di ieri è stata scossa da una cattiva notizia, ma tutt’altro che inattesa. Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ha pubblicato un tweet con cui ha ufficializzato il posticipo della 22a giornata di campionato. “Rinviata terza giornata Serie C dal 16.1.2022 al 23.2.2022: rispetto della salute e regolarità del campionato, stesse condizioni per tutti i club. Praticamente abbiamo fatto una “bolla” di circa 15 giorni per diminuire i livelli di contagio, impedito spostamenti ed assembramenti”.
Un altro arresto forzato, il secondo della stagione sportiva 2021-22. Le motivazioni che hanno spinto Ghirelli a questa decisione non sono certo da interpretare: salute e regolarità del campionato restano le colonne su cui costruire la restante parte di stagione. Un compito arduo, ma che ha inevitabilmente ufficializzato il lungo mese di attesa per il tanto agognato ritorno in campo. Un lasso di tempo che ha coinvolto tutte le squadre di Serie C e naturalmente anche il Foggia di Zdenek Zeman.
L’ultima gara giocata dai rossoneri risale al 22 dicembre 2021: 1-1 casalingo col Monterosi. Da allora sono passati giorni di apparente spensieratezza natalizia e tanti presagi inquietanti su un campionato pronto a fermarsi a stretto giro di posta. Detto fatto. Un rinvio che ha trasformato più volte il volto dell’avversario rossonero.
Prima ha assunto quello del Potenza, poi della Turris ed infine dell’antagonista più pericolosa in questo momento: l’attesa. Un avversario infido, difficile da interpretare e col quale il Foggia dovrà fare i conti fino al 23 gennaio 2022. Data del tanto atteso ritorno in campo contro il Latina allo Zaccheria.
32 giorni in cui Zeman & co sono chiamati ad una ulteriore prova di forza, ma questa volta mentale. La storia contemporanea della pandemia ci ha insegnato come alcune “pause” possano influenzare gli umori di qualsiasi società. Inevitabile. Rompere la routine quotidiana equivale ad uno shock vero e proprio e gli ultimi due anni (quasi) hanno provato a farci comprendere i perché.
Per il Foggia, l’ultima interruzione di questo tipo risale alla scorsa stagione (2020-21). Una brusca fermata che ha portato ad una ripresa timida e difficoltosa. Le successive due sconfitte contro Palermo e Paganese (1-0 e 0-1) sono rimaste a lungo nei dibattiti rossoneri di allora. Una conseguenza inevitabile, dettata dalla visione improvvisa di una squadra differente da quella scesa in campo fino a tre settimane prima.
Le motivazioni che hanno portato a quel “cambiamento” sono state molteplici, ma tutte legate ad una in particolare: il covid. Il Foggia di oggi è ovviamente ben diverso da quello della stagione passata. E’ cambiato tutto: società, allenatore e giocatori. Ma la storia resta un libro da poter e dover consultare ogni qualvolta sia necessario. Dal quale trarre insegnamento per un futuro ancora tutto da scrivere.
Insomma, i rossoneri sono chiamati ad un allenamento tecnico – tattico, ma anche psicologico. L’unico collante per una squadra in piena costruzione. 17 giorni sono già passati, ma la partita che il Foggia deve continuare a giocare è soltanto una: quella con se stesso. Una gara che di certo non terminerà con la ripresa del campionato, ma che in questi giorni potrebbe presentare ostacoli insidiosi da superare. In attesa di un torneo che torni a mostrare il suo vero volto: quello del calcio giocato.