Tangenti: l’ex capo della protezione civile regionale Mario Lerario era già stato indagato nel 2017.

Il nome di Mario Lerario compariva in una inchiesta del 2017 relativa a mazzette e appalti truccati presso l’E.I.P.L.I. (Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) con sede a Potenza. Mario Lerario era stato nominato commissario liquidatore dell’Ente e in quella vicenda pur essendo estraneo al giro di tangenti, che anzi il suo ruolo sembrava ostacolare, era stato indagato per concorso in turbativa d’asta in quanto avrebbe favorito l’assunzione di un ingegnere «segnalatogli dall’ex vescovo di Potenza, Agostino Superbo» come si legge nelle cronache del tempo (l’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 15 febbraio 2017 lo trovi qui)

Ma questo non ha assolutamente ostacolato la rapida carriera di Lerario in Regione Puglia dove era stato assunto nel 2010 (amministrazione Vendola). E’ proprio al rientro da Potenza che la sua carriera ha una impennata quasi improvvisa. Con Emiliano gli incarichi per Lerario si moltiplicano e sono sempre più importanti e di prestigio, fino a ricoprire i ruoli di Referente per le strutture (vedi sito Regione Puglia)

Inoltre Lerario è stato anche l’attuatore del progetto ospedale Covid-19 in Fiera del Levante (budget 20 milioni). Insomma un dirigente che ha avuto incarichi con titoli di spesa tra i più cospicui in Regione Puglia.

Dal punto di vista delle attuali indagini che hanno portato all’arresto di Lerario lo scorso 23 dicembre, gli imprenditori foggiani Luca Leccese e Donato Mottola hanno confermato nell’interrogatorio di garanzia, di aver consegnato a Mario Lerario, ex capo della protezione civile regionale, le mazzette di denaro. Entrambi gli imprenditori sono agli arresti domiciliari per corruzione dal 26 dicembre nell’ambito dell’indagine sulle tangenti a Mario Lerario. Nel corso dell’interrogatorio svoltosi alla presenza della gip Anna Perrelli e del procuratore Roberto Rossi, Leccese ha confermato di aver consegnato a Lerario una mazzetta da 10 mila euro – filmata nel video che ha fatto scattare l’arresto in flagranza. La mazzetta sarebbe stata, nelle dichiarazioni di Leccese riportate dall’Ansa, un “regalo natalizio” come ringraziamento per l’appalto da 2 milioni e 500 mila euro ottenuto al Cara di Borgo Mezzanone (Foggia).

Donato Mottola, pur confermando di aver consegnato una mazzetta da 20 mila euro a Lerario, ha motivato l’elargizione come “un debito di riconoscenza” nei confronti della famiglia del dirigente, per ragioni personali, senza che vi fossero altre motivazioni per quella dazione di denaro.