In casa Foggia questo sarà sicuramente un periodo di bilanci, dopo aver messo alle spalle il girone di andata ed aver assaporato l’amaro avvio del girone di ritorno, che ha visto i ragazzi di Zeman raggiungere il pareggio sul gong contro un coriaceo Monterosi, nell’ultimo match del 2021.
Amarezza addolcita qualche giorno dopo, con la restituzione di due dei quattro punti sottratti, che hanno riproiettato il Foggia verso l’alta classifica.
Una prima parte di campionato che ha ampiamente soddisfatto la gran parte del popolo rossonero, che può sicuramente essere contento dai risultati ottenuti sul campo (33 punti), abbinati ad alcune prestazioni davvero soddisfacenti sotto il piano del carattere (Bari, Avellino e Catania ad esempio) e del gioco, intervallate da alcune battute d’arresto (poche) che in un campionato impegnativo come quello di Serie C sono da preventivare.
Dando uno sguardo al tabellone dei risultati, balza subito all’occhio il fatto che solo un match, quello dell’esordio, contro il Monterosi, è finito a reti inviolate mentre in tutte le altre occasioni almeno una delle due squadre in campo ha trovato la via della rete.
Il risultato più ricorrente è stato il pareggio, è più precisamente l’1 a 1, abbastanza inusuale per una squadra allenata da Zeman, che ci ha abituati in passato a partite ricche di reti e soprattutto a pochi pareggi.
Questo dimostra che il calcio non è una scienza perfetta e che sicuramente il maestro boemo, nonostante i suoi detrattori, applichi un modello calcistico dinamico, in continua evoluzione e soprattutto, come Zeman sia capace di adeguarsi agli uomini a disposizione.
A differenza delle passate esperienze zemaniane, quella di quest’anno sembra essere una squadra più quadrata e soprattutto sembra avere negli attori del reparto difensivo i propri protagonisti: Garattoni, Sciacca, Di Pasquale e Nicoletti, sono ormai titolari inamovibili e mostrano partita dopo partita, di essere la vera forza di questa squadra.
Situazione diversa per Alessio Curcio, rimasto a Foggia a furor di popolo, che probabilmente da quando ha lasciato la fascia di capitano gioca con una maggiore leggerezza mentale che gli consente di incidere di più sul rettangolo di gioco: le sue doti tecniche sono indiscusse, così come (però) la sua discontinuità nell’arco dei novanta minuti.
Nota a parte per Ferrante, “El Tigre”, che a suon di gol (11) ha convinto anche i più scettici.
Senza di lui il Foggia non avrebbe quel giocatore che riesce a tenere in continua apprensione le difese avversarie e che, anche nelle partite bloccate, è riuscito a sfoderare l’istinto killer, regalando punti preziosi ai rossoneri.
Adesso, a mercato aperto, sicuramente ci sarà qualcosa da fare perché già solo ragionando sul piano numerico, la rosa del Foggia ha bisogno sicuramente di un centrale difensivo, visto che Markic è da tempo fermo ai box e non sembra intravedersi la luce in fondo al tunnel.
Oltre al centrale di difesa, anche a centrocampo potrebbe essere necessario effettuare un innesto di qualità, per innalzare il tasso di imprevedibilità.
Un giocatore in grado sia di inventare, fornendo un’alternativa nelle partite in cui il regista rossonero (Petermann o Maselli) venga ben schermato me anche di essere pronto negli inserimenti offensivi, perché Gallo e Garofalo, encomiabili sotto il profilo dell’impegno e della mole di lavoro sviluppata, non hanno nelle proprie corde questa prerogativa.
Venendo al reparto avanzato, bisognerà prendere una decisione su Merola e Di Grazia, che anche a causa del perdurare dei problemi fisici, non hanno dato quell’apporto sperato in zona gol, così come Vigolo.
Sembrerebbe dunque necessario trovare un esterno abile nel saltare l’uomo e concludere l’azione ma anche un sostituto eventuale per Ferrante, per non alterare il peso specifico del reparto offensivo, che nel sistema di gioco di Zeman, come tutti sappiamo, recita una parte fondamentale.
Quattro innesti che potrebbero regalare un sogno a tutti i tifosi rossoneri, un sogno molto difficile da raggiungere ma la storia ci ha insegnato che nel calcio può accedere tutto ed il contrario di tutto.
Sicuramente Pavone e Zeman avranno già le idee chiare su come operare, il Foggia è nelle loro mani, mani sicure ed affidabili, che fino ad ora hanno dimostrato che chi sa fare calcio lo sa fare sempre, ad ogni latitudine e ad ogni età.