Sulle vicende giudiziarie che hanno investito il dirigente della Regione Puglia (sezione strategia e governo dell’offerta e, ad interim, sezione Protezione Civile) Antonio Mario Lerario, arrestato in flagranza, giovedì scorso, dalla Guardia di Finanza di Bari con l’accusa di corruzione, interviene Pippo Cavaliere, da sempre in prima linea nella lotta alla illegalità ed oggi membro del Comitato Nazionale di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura su nomina della Ministra Lamorgese. Per Cavaliere: “l’arresto del responsabile regionale della Protezione Civile, ripropone l’annoso e irrisolto problema dei fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione, che si mostrano endemici malgrado i numerosi interventi normativi, l’inasprimento delle pene e la penetrante azione portata avanti dall’autorità giudiziaria”. Pippo Cavaliere ritiene tramontata la pericolosa illusione che la corruzione dipenda esclusivamente dalla politica e aggiunge: “facciamo i conti con quella che appare quasi come una completa dissoluzione dell’etica pubblica, da parte di pubblici funzionari infedeli come di imprenditori sleali, dimentichi del loro ruolo e dei loro doveri. Ciò che colpisce in modo particolare è la caratteristica odiosa di tangenti e malversazioni che afferiscono ad interventi finalizzati ad alleviare le sofferenze delle fasce più disagiate e bisognose, come ad esempio l’intervento di messa in sicurezza del centro di accoglienza di Borgo Mezzanone o la realizzazione di una foresteria per accogliere i migranti positivi al COVID – 19. Lucrare oltre ogni legittimo profitto sulla pelle degli ultimi, sulla solidarietà, sulla protezione civile”, tuona l’ex Presidente della Fondazione antiusura Buon Sammaritano, “è cosa che indigna ancora di più della semplice ruberia. Una ferita urticante per le migliaia e migliaia di persone che, nel segno della solidarietà e della fraternità, donano tempo, attenzione e risorse”.