Due nobili decadute che meriterebbero entrambe palcoscenici diversi si sono ritrovate oggi allo stadio Partenio-Lombardi di Avellino per chiudere con un gran finale il girone d’andata del girone C di Lega Pro. Due squadre che sul campo hanno conquistato gli stessi punti (31), e che invece in classifica si trovano divise da quattro lunghezze a causa della penalizzazione inflitta ai satanelli di Zeman. Da un lato l’Avellino, con l’obiettivo di rimanere in scia alla capolista Bari, dall’altro il Foggia desideroso di far bene e di mettere altri punti in cascina, in attesa di discutere il ricorso dinanzi alla Corte federale d’appello (prima udienza prevista per il prossimo 28 dicembre).
Oggi Zeman decide di scompaginare la formazione iniziale rispetto a quella scesa in campo contro la Virtus Francavilla. Confermatissimo Volpe tra i pali (Alastra non ha recuperato del tutto), Garattoni ancora una volta preferito a Martino sulla fascia destra, con il solito Nicoletti a sinistra. In difesa confermatissima anche la coppia Sciacca-Di Pasquale, e novità sia a centrocampo, con Maselli che prende il posto di Petermann, sia nel tridente d’attacco con Ferrante al centro e Curcio e Merkaj laterali, quest’ultimo oggi preferito a Tuzzo.
Gran ritmo nella prima frazione di gara, caratterizzata da continui capovolgimenti di fronte fra due squadre che partono e ripartono rapidissime sul terreno di gioco. Braglia, come del resto aveva dichiarato in conferenza, punta tutto sulla velocità e sull’aggressività. I suoi sono sì rapidi ma anche molto fallosi per quanto l’arbitro Longo sembri accorgersi solo delle scorrettezze dei foggiani: ammoniti nel primo tempo sia Garattoni che Di Pasquale.
Intanto, a voler usare le parole del telecronista di Eleven Sports, che dice “Più Avellino che Foggia in questa prima parte del match”, si chiude in parità e a reti inviolate la prima frazione di gioco. L’Avellino si è reso pericoloso in più occasioni, almeno tre a volerle contare, mentre il Foggia ha provato a risalire la china sono nel finale con Garofalo.
Squadre di nuovo in campo e dentro di te sei consapevole che qualcosa dovrà succedere. Tra Zeman e Braglia non c’è mai stato un pari in passato e tra loro sempre tanti goal. Così accade tutto nel secondo tempo con L’Avellino che fa la partita e il Foggia che non la vuole perdere assolutamente. Al 51esimo passano in vantaggio gli irpini: Kanoute e Ciancio costruiscono un buon pallone sulla fascia destra, che arriva a Maniero che prende il tempo a Sciacca e infila nell’angolino sinistro della porta di Volpe, che nulla può.
Si è ancora all’inizio e la gara si può recuperare, avrà pensato così Zeman che sostituisce l’evanescente Merkaj con Tuzzo, e Maselli con un uomo di maggiore qualità come Rocca. Al 57° si segnala una conclusione sul fondo di Ferrante, che calcia con ottima coordinazione, e da lì in poi cominciano a fioccare le prime ammonizioni anche per l’Avellino. Il secondo in ordine, dopo Mignanelli, è Silvestri che oggi le ha date di santa ragione al malcapitato Curcio. Al 68esimo finalmente arriva il pareggio del Foggia grazie a Di Pasquale, migliore in campo anche stavolta, che conquista palla a centrocampo e con una splendida ripartenza calcia a rete da oltre 25 metri. L’Avellino sembra un po’ disunito ma si ritrova immediatamente, aiutato forse anche dai cambi che Zeman fa di lì a poco soprattutto a centrocampo: escono Gallo e Garattoni per dare spazio a Petermann e Martino.
Così a venti minuti dalla fine dell’incontro comincia il vero arrembaggio della squadra di casa. Al 77esimo il portiere rossonero si supera alzando il tiro di Aloe sulla traversa. Ma esattamente un minuto dopo Rocca atterra appena fuori dell’area di rigore Di Gaudio e, sulla punizione successiva, in cui onestamente non ho mai visto tante persone in barriera, Maniero infila la porta dell’incolpevole Volpe. Sfido chiunque a vedere arrivare la palla con tutti quegli uomini davanti.
Siamo all’81° della gara e cominci a pensare che non c’è più tempo per recuperarla, nonostante i 5 minuti in più concessi dall’arbitro. Cominci a contare quante azioni da goal ha fatto il Foggia e quante ne ha fatte l’Avellino, pensi che Curcio avrebbe potuto fare meglio, come lo stesso Merkaj d’altronde, pensi che tutto sommato l’Avellino non ha demeritato e quasi accetti il risultato, finché non ti accorgi che i ragazzi di Zeman sono ancora lì a correre come dei forsennati, che ad uscire sconfitti dal Partenio-Lombardi non ci pensano affatto. Così, di seguito, arrivano prima il tiro di Ferrante che calcia alto di appena mezzo metro sulla traversa, poi quello di Tuzzo che con il pallone quasi la tocca e infine ancora lui, Alexis Ferrante, che di sinistro trafigge Forte in diagonale.
Questa volta davvero non c’è più tempo per recuperare. Il Foggia conquista un ottimo punto contro una grande squadra e lo fa in trasferta in uno stadio tradizionalmente ostico ai colori rossoneri. Oggi qualcosa non ha funzionato bene a centrocampo, devastante Di Pasquale in difesa e in attacco – oseremmo dire – insieme all’indomabile Ferrante.
Per la pagella un ringraziamento speciale va a Michele Curci, grande tifoso del Foggia che ha giocato per la prima volta con la redazione di Mitico Channel nel dare i voti alla squadra e al tecnico.
Dalla media dei nostri voti è venuto fuori quel che segue e che nessuno abbia a prendersela a male perché per noi di Mitico è solo un gioco…