Fissata l’udienza presso la Corte Federale d’Appello, per decidere sul ricorso presentato dal Club Calcio Foggia in merito ai 4 punti di penalizzazione inflitti dal Tribunale Federale. Nella seduta del 28 dicembre, alle ore 11, gli organi sportivi decideranno circa la eventuale riduzione della sanzione inflitta per il ritardo nella presentazione dell’atto di cessione quote tra Maria Assunta Pintus e Nicola Canonico, nonchè sulla mancata produzione del certificato del casellario giudiziale e di quello dei carichi pendenti. L’ordinamento sportivo della Figc prevedeva, infatti, il termine di 15 giorni per comunicare l’acquisto delle quote, la consegna di documentazione riguardante la solidità finanziaria e l’assenza di reati da parte di eventuali acquirenti di società di calcio.
Un fatto che ha gravemente penalizzato la squadra allenata da mister Zeman, sotto la cui guida ha ottenuto ben 31 punti in classifica, contro i 27 imposti dalle aule giudiziarie. Una sentenza che arriverà, dunque, dopo il Natale e che continuerà ad animare la piazza sportiva, malgrado tutto, fiduciosa sul buon esito del verdetto finale.
Insieme al Foggia hanno ricevuto sanzioni anche il Novara, l’Imolese e la Pergolettese. Il Novara (che milita in serie D) sconterà la penalizzazione nel prossimo campionato professionistico, mentre l’Imolese e la Pergolettese hanno già affrontato il ricorso ma proprio le sentenze pronunciate nei loro confronti complicano il caso.
Nel primo: la Corte federale ha accolto il ricorso della Procura sanzionando l’Imolese con due punti di penalizzazione (richiamando l’art. 32 comma 5bis del codice di giustizia sportiva e facendo valere il mancato rispetto del termine previsto); nel secondo (quello della Pergolettese): la sentenza della Corte federale d’appello ha ridotto a uno i punti di penalizzazione. E per l’avvocato Chiacchio sarà necessario attendere la pubblicazione delle motivazioni per avere un quadro chiaro dei fatti e poter studiare ogni strategia difensiva.
L’avvocato, secondo quanto riferito poco fa ai colleghi di Foggia Città Aperta, ritiene che: “Occorrerà approntare la difesa dopo che sono state emesse sentenze su casi identici o quasi con risultati certamente non favorevoli. È inutile negare che tutto ciò rende molto più complicato il ricorso. Uno dei motivi di appello che avremmo presentato è per esempio stato negato all’Imolese”.
Vie d’azione che sembrerebbero complesse, tanto più perché per il Foggia si aggiunge la questione legata alla mancata esibizione del certificato dei carichi pendenti di Nicola Canonico. La società rossonera ha scelto di non presentarlo anche successivamente al deferimento. Si punterà sull’equipollenza di una dichiarazione sostitutiva rispetto al certificato originale. “Resta però il problema del ritardo nella presentazione; se non dovesse essere accolto il primo motivo di appello, legato in particolare alla necessaria attesa della registrazione dell’atto di cessione prima del deposito, tutto il castello difensivo crollerebbe”, conclude Chiacchio.