Qualità della vita in Italia: Foggia penultima, affonda al 106° posto. La prima è Trieste

Puntuale come ogni anno la classifica stilata da Il Sole 24 ore che fa il punto sulla qualità della vita in Italia. Tra le 107 province dello Stivale si annovera, ancora una volta, l’infelice posizionamento della provincia foggiana che resta agli ultimi posti della classifica. In particolare al 106esimo, fa meglio solo di Crotone ed insieme a Trapani affonda in fondo alla lista delle “città in maglia nera”, penalizzate soprattutto dai fattori legati ai servizi e alle prospettive lavorative. Nulla di nuovo se consideriamo che nell’anno in corso il territorio dauno, che oggi racconta un’altra triste pagina legata a bufere giudiziarie ed arresti eccellenti nella sanità locale, ha visto anche il commissariamento del comune capoluogo a seguito dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Non si fa meglio se si pensa alle pagine di cronaca nera e giudiziaria raccontate ogni giorno che riguardano rapine, furti d’auto e tangenti.

Il territorio foggiano, tra l’altro, vede un’alta presenza di clan mafiosi: solo la settimana scorsa l’operazione “Omnia nostra”, eseguita dai Carabinieri del R.O.S nel territorio garganico, ha portato all’arresto di ben 32 persone, accusate di detenere il monopolio del mercato del pesce a Manfredonia permeando ogni aspetto della vita sociale ed economica del Foggiano. La classifica 2021, pubblicata oggi, tiene conto di diversi parametri; oltre a Giustizia e sicurezza, si annoverano: Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Demografia e società, Ambiente e servizi e Cultura e tempo libero. 90 gli indicatori totali, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 parametri) che accompagnano l’indagine dal 1990. Per Il Sole 24 ore la città che guadagna il primo posto del podio in Italia è Trieste che fa il tris con economia e cultura, battendo anche l’effetto no vax. La provincia friulana, posta a confine con la Slovenia, distanzia tutte le altre città italiane, accentuando le differenze in qualità di vita delle “due Italie”: dei novanta indicatori, le ultime posizioni sono popolate in 57 casi da province del Meridione o delle Isole, un segnale del divario ancora da colmare tra Nord e Sud del Paese. Un successo, quello della provincia di Trieste, a cui si accompagna il 7° posto conquistato da Pordenone, il 9° di Udine e il 23° di Gorizia, a conferma che il Friuli Venezia Giulia resta uno dei posti in cui si vive meglio. Sul secondo gradino del podio sale Milano, seguita da Trento e Aosta. La città lombarda domina le categorie Ricchezza e consumi e Affari e lavoro. In particolare la ricerca evidenzia come Milano sia prima in Italia per i prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che utilizzano l’e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online. Segno che sulla digitalizzazione il territorio è all’avanguardia a livello nazionale. Roma sale dal 32° al 13° posto ed entra di diritto nel novero delle città dove si vive bene, soprattutto se si guarda ai micro indicatori nella top ten della Qualità della vita degli anziani. La Capitale spicca anche per livello d’istruzione, edifici coperti da banda ultra larga e patrimonio museale. Tornando a Foggia e alla sua provincia, invece, si evince come le condizioni di vita, dal 1990 ad oggi, siano lentamente ed inesorabilmente peggiorate, portandola sul fondo della classifica. In 30 anni l’intera provincia ha oscillato tra bassifondi e posizionamenti nella media delle altre città del Sud. Ben 37 posizioni perse dal 1998, quando risultava settantesima delle 107 province. Un andamento in graduale peggioramento, specie negli ultimi 20 anni (dal ’99 al 2021) .

Vd Grafico:

Una realtà fotografata in un momento sicuramente difficile, in cui si paga anche lo scotto della pandemia che ha messo in luce disuguaglianze, conflitti generazionali, carenza di infrastrutture (su tutte lo scalo aeroportuale Gino Lisa che fatica a ripartire a causa di un atavico disinteresse dell’amministrazione regionale). Numeri che evidenziano le allarmanti lacune dei territori del Sud, e del nostro in particolare, ma anche un dato incontrovertibile che, sebbene mortifichi il volto laborioso o migliore di questa terra, invita senz’altro a profonde riflessioni e ad interventi istituzionali mirati e concreti per tentare di risalire la china delle classifiche che contano davvero.